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Cisti del Dotto Tireoglosso

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 Cisti del Dotto Tireoglosso

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A cura di

Prof. Gianlorenzo Dionigi

Direttore U.O. Chirurgia Generale, Capitanio Auxologico IRCCS

Cisti del Dotto Tireoglosso : cos'è?

Le cisti del dotto tireoglosso (CDT) sono anomalie congenite che si presentano come noduli molli e palpabili al centro della regione anteriore del collo, lungo la linea mediana. Sono visibili e mobilizzabili durante la deglutizione o la protrusione della lingua. Hanno dimensioni tipiche di circa 2 cm e sono considerate rare, con una prevalenza stimata attorno al 5% della popolazione italiana.

Le CDT interessano prevalentemente bambini di età pari o inferiore a 10 anni, ma possono manifestarsi anche negli adulti. La natura benigna è la regola: meno dell'1% evolve in forma neoplastica. Tuttavia, è negli adulti che si osserva una maggiore incidenza di trasformazione maligna. Il trattamento di elezione è chirurgico e, se correttamente eseguito, garantisce una bassa probabilità di recidiva.


Quanto è grave una cisti del dotto tireoglosso?

Sebbene le cisti del dotto tireoglosso siano generalmente benigne e non comportino rischi rilevanti, in alcuni casi possono presentarsi complicazioni cliniche:

  • Evoluzione maligna (rara, <1%);
  • Disfagia, ovvero difficoltà nella deglutizione di solidi o liquidi;
  • Infezione della cisti, che può provocare dolore, arrossamento e secrezione purulenta.

Sintomi della cisti del dotto tireoglosso

I segnali clinici più comuni comprendono:

  • Nodulo visibile nella parte anteriore del collo, che si solleva durante la deglutizione o la protrusione della lingua;
  • Palpazione di una massa morbida, liscia e rotonda, simile a una pallina di gomma o pasta modellabile;
  • Dolore e gonfiore in caso di infezione concomitante delle vie respiratorie superiori;
  • Possibile rottura della cisti, con fuoriuscita di liquido sieroso o mucoso;
  • Disfagia nei casi di volume significativo o infezione.

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Segni clinici del carcinoma del dotto tireoglosso

Il carcinoma della CDT è estremamente raro (meno di 300 casi descritti in letteratura negli ultimi 100 anni) e colpisce principalmente soggetti adulti. Nella maggior parte dei casi è asintomatico e scoperto incidentalmente.

Segni clinici suggestivi includono:

  • Nodulo cervicale anteriore duro e progressivamente aumentato di volume;
  • Linfoadenopatia laterocervicale;
  • Disfagia persistente;
  • Assenza di mobilità del nodulo con la deglutizione o protrusione della lingua.

Eziopatogenesi: perché si formano le cisti tireoglosse?

Durante la vita embrionale, la tiroide si sviluppa a partire dalla base della lingua e migra verso il basso lungo il dotto tireoglosso, che normalmente si oblitera una volta completata la formazione ghiandolare.

Quando il dotto tireoglosso persiste, può riempirsi di muco o materiale fluido e formare una cisti. Le cause di questa persistenza non sono ancora note, ma il fenomeno è considerato una malformazione congenita.


Diagnosi: come viene identificata una cisti tireoglosssa

La valutazione clinica comprende:

  • Ispezione e palpazione del collo;
  • Ecografia cervicale, per determinare dimensioni, posizione e contenuto della cisti.

In caso di sospetto oncologico, si ricorre a:

  • Agoaspirato con ago sottile (FNA) per prelievo di cellule e fluido;
  • TC cervicale per valutare eventuale invasione dei tessuti profondi;
  • RMN per ottenere immagini ad alta definizione dei tessuti molli.

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È necessario rimuovere chirurgicamente una cisti del dotto tireoglosso?

Sì, la rimozione chirurgica è indicata in caso di:

  • Infezione recidivante;
  • Disfagia;
  • Nodulo visibile e sintomatico;
  • Prevenzione della degenerazione maligna, anche se la cisti è asintomatica.

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Quale tipo di intervento viene utilizzato?

La tecnica standard è l’intervento di Sistrunk, che prevede:

  • Asportazione della cisti;
  • Rimozione del tratto residuo del dotto tireoglosso;
  • Escissione della porzione centrale dell’osso ioide;

Questa procedura garantisce il miglior risultato in termini di recidiva.


Tempi di recupero post-operatorio

Il recupero è rapido. Il paziente può generalmente:

  • Riprendere le attività leggere (lavoro, scuola) entro 7 giorni;
  • Evitare sforzi intensi (es. sollevamento pesi) per 2-6 settimane, secondo indicazione medica.

Trattamento del carcinoma del dotto tireoglosso

In caso di diagnosi neoplastica, il trattamento può includere:

  • Procedura di Sistrunk;
  • Tiroidectomia totale;
  • Dissezione linfonodale laterocervicale;
  • Terapia con iodio radioattivo (RAI) per eliminare eventuali cellule residue.

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Cisti del dotto tireoglosso: domande frequenti

Una cisti del dotto tireoglosso può regredire spontaneamente?

No, le cisti tireoglosse non regrediscono in maniera spontanea. La loro permanenza è persistente fino all’escissione chirurgica definitiva.

Quali sono i sintomi di una cisti del dotto tireoglosso?

Oltre al nodulo centrale visibile e mobile, le cisti possono causare:

  • Disfagia;
  • Arrossamento cutaneo;
  • Dolore;
  • Fistole cutanee, con fuoriuscita di muco o pus, in caso di infezione.

Qual è la terapia per la cisti del dotto tireoglosso?

Il trattamento consiste nell’escissione chirurgica. In presenza di infezione, è preferibile attendere la risoluzione clinica tramite antibiotici, per ridurre il rischio di recidiva intraoperatoria.

Come si toglie una cisti alla tiroide?

Si esegue un’aspirazione ecoguidata con ago sottile, seguita da iniezione intracistica di etanolo (pari al 50% del liquido aspirato), per indurre la sclerosi della parete cistica.

Le cisti del dotto tireoglosso possono essere prevenute?

No, si tratta di una condizione congenita, quindi non prevenibile. Tuttavia, la diagnosi precoce consente un trattamento efficace e definitivo.

Cosa aspettarsi se mio figlio ha una cisti tireoglossa?

Nella maggior parte dei casi, l’intervento di Sistrunk comporta la risoluzione completa della patologia, con bassa probabilità di recidiva.

Cosa aspettarsi in caso di tumore della CDT?

La prognosi è favorevole: il 95% dei pazienti guarisce dopo l’intervento. In alcuni casi si associa terapia con iodio radioattivo.


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