
Iperparatiroidismo
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Visita Chirurgica Visita Endocrinologica Visita Endocrinochirurgica- Cos'è l'Iperparatiroidismo?
- Cura dell'Iperparatiroidismo in Auxologico
- Diagnosi Iperparatiroidismo: il Ruolo dell’Endocrinologo e il Centro del Metabolismo Osseo
- Iperparatiroidismo Primario e Secondario: le Cause
- Iperparatiroidismo Primario Normocalcemico: una Forma Sottodiagnosticata
- Iperparatiroidismo: i sintomi
- Iperparatiroidismo: la diagnosi
- Iperparatiroidismo e chirurgia
- Nuove Tecnologie per l’Iperparatiroidismo in Auxologico
- Benefici per il Paziente dopo la Paratiroidectomia
- Gestione Postoperatoria dell’Iperparatiroidismo
- Reintervento e Iperparatiroidismo Ricorrente: Cosa Sapere
- Prevenzione e Sorveglianza Proattiva
- Iperparatiroidismo: le domande frequenti
- Prenota in Auxologico
- Iperparatiroidismo: Contenuti Correlati
- Iperparatiroidismo: Prestazioni Correlate
Cos'è l'Iperparatiroidismo?
L'Iperparatiroidismo viene anche definito come "patologia delle Paratiroidi" o anche "adenoma paratiroide" e "iperplasia paratiroidi".
Le paratiroidi sono quattro ghiandole situate nel collo, dietro la tiroide. La loro funzione è di produrre il paratormone (PTH), un ormone che regola i livelli di calcio nel sangue (calcemia).
La sovrapproduzione di calcio (ipercalcemia) può causare iperparatiroidismo primario o iperparatiroidismo secondario.
Cura dell'Iperparatiroidismo in Auxologico
Auxologico è un centro di riferimento nazionale per la diagnosi e la cura dell’iperparatiroidismo, con decenni di esperienza clinica nel trattamento di questa patologia. L’Istituto si avvale di centri altamente specializzati per il metabolismo osseo, dove un’équipe multidisciplinare composta da endocrinologi, chirurghi esperti, patologi clinici e radiologi affronta ogni caso in modo integrato e personalizzato.
Punti di forza dell’approccio Auxologico
- Grandi numeri ed esperienza:
Ogni anno vengono eseguiti oltre 300 interventi di paratiroidectomia per iperparatiroidismo, confermando Auxologico come uno dei centri a più alto volume in Italia. - Tecnologie di ultima generazione:
Gli interventi fanno largo uso di procedure mininvasive (paratiroidectomia mininvasiva), supportate da tecnologie avanzate quali:- Dosaggio intraoperatorio del PTH: consente il controllo in tempo reale dell’efficacia chirurgica
- Monitoraggio dei nervi laringei: riduce il rischio di complicanze, salvaguardando la voce
- Tecniche radioguidate e imaging dedicato, per una localizzazione precisa delle ghiandole patologiche
- Equipe multidisciplinare:
La collaborazione tra endocrinologi, patologi dell’osso, chirurghi endocrini e radiologi assicura un percorso diagnostico-terapeutico completo: dalla valutazione preoperatoria all’intervento, fino al follow-up e alla sorveglianza post-chirurgica.
Benefici per il paziente
- Recupero più rapido e minore dolore post-operatorio;
- Riduzione del rischio di complicanze;
- Cicatrici più piccole e risultati estetici migliori;
- Gestione ottimale delle forme più complesse grazie all’esperienza d’équipe.
Auxologico unisce quindi volume elevato di casi, tecnologie all’avanguardia e un approccio multidisciplinare, offrendo ai pazienti elevati standard di qualità, sicurezza e personalizzazione all’interno dei propri centri specializzati.
L'Endocrinologia in Auxologico
Diagnosi Iperparatiroidismo: il Ruolo dell’Endocrinologo e il Centro del Metabolismo Osseo
L’endocrinologo riveste un ruolo centrale nella diagnosi dell’iperparatiroidismo, patologia che spesso presenta sintomi sfumati e può essere facilmente confusa con altre condizioni metaboliche. Grazie alla sua competenza nell’interpretazione dei profili ormonali e dei valori mineralometrici, l’endocrinologo è in grado di riconoscere precocemente alterazioni del paratormone (PTH), del calcio e del fosfato, guidando un percorso diagnostico mirato che include esami di secondo livello come la densitometria ossea, la scintigrafia e l’ecografia delle paratiroidi. Questo approccio multidisciplinare consente di identificare sia le forme classiche che quelle atipiche della malattia, valutando il reale impatto su osso, rene e metabolismo globale.
In questo contesto, il Centro del Metabolismo Osseo diretto dalla Prof.ssa Sabrina Corbetta in Auxologico si distingue come riferimento di eccellenza nazionale. Il centro offre un percorso integrato che va dalla diagnosi clinico-laboratoristica fino all’impostazione terapeutica personalizzata, grazie a una collaborazione stretta tra endocrinologi, medici nucleari, radiologi e chirurghi specialisti. I pazienti beneficiano di tecnologie avanzate per gli studi di imaging e del monitoraggio costante dei marcatori ossei e metabolici, garantendo una valutazione completa e un inquadramento corretto anche dei casi più complessi o delle forme normocalcemiche.
L’accesso a una struttura specializzata come il centro della Prof.ssa Corbetta permette inoltre di seguire protocolli aggiornati secondo le più recenti linee guida internazionali, assicurando ai pazienti cure di alto livello e la migliore prevenzione delle complicanze scheletriche e cardiovascolari dell’iperparatiroidismo. La figura dell’endocrinologo, inserita in un team multidisciplinare, è dunque insostituibile per una diagnosi tempestiva, una valutazione del rischio personalizzata e una gestione clinica d’avanguardia della patologia.
Iperparatiroidismo Primario e Secondario: le Cause
L’iperparatiroidismo primario è dovuto principalmente a un adenoma, ossia un tumore benigno che può svilupparsi in una o più paratiroidi e con una frequenza maggiore nelle donne.
La causa più comune di iperparatiroidismo secondario è invece l’insufficienza renale, ma anche una carenza di vitamina D, o un inadeguato apporto di calcio nella dieta.
Iperparatiroidismo Primario Normocalcemico
Iperparatiroidismo Primario Normocalcemico: una Forma Sottodiagnosticata
Esiste una variante chiamata iperparatiroidismo primario normocalcemico (nPHPT), in cui i livelli di calcio nel sangue sono normali ma quelli di paratormone (PTH) risultano elevati. Questa forma, spesso identificata durante controlli per osteoporosi, rappresenta uno stadio precoce del disturbo ed è difficile da diagnosticare perché molte altre condizioni possono dare un quadro biochimico simile. Una diagnosi accurata richiede esami dettagliati del sangue e delle urine, oltre all’esclusione di tutte le altre possibili cause di alterazioni ormonali.
Iperparatiroidismo Secondario: Cause e Gestione
L’iperparatiroidismo secondario non deriva da una malattia primitiva delle paratiroidi, ma da una risposta adattativa a fattori esterni, come la carenza di vitamina D, insufficienza renale cronica o malassorbimento intestinale. In questi casi, il corpo aumenta la produzione di paratormone per compensare i bassi livelli di calcio. La correzione della causa scatenante, come un’adeguata integrazione di vitamina D o il trattamento della patologia renale, è spesso sufficiente a ripristinare la normalità.
Iperparatiroidismo: i sintomi
I sintomi osservabili nell’iperparatiroidismo possono essere:
- disturbi gastrointestinali come stipsi, nausea, calcoli biliari, ulcera peptica;
- dolori e fragilità ossea;
- calcoli renali (nefrolitiasi);
- affaticamento e debolezza muscolare;
- calcificazioni delle valvole cardiache;
- disturbi psichici quali letargia, depressione, convulsioni e confusione mentale.
Iperparatiroidismo: la diagnosi
La diagnosi prevede un esame obiettivo del paziente, analisi del sangue al fine di verificare i livelli di calcio, paratormone e fosforo, l’esame delle urine e l’uso di tecniche di imaging (ecografia, risonanza magnetica e scintigrafia) per verificare lo stato delle paratiroidi e identificare eventuali anomalie.
Iperparatiroidismo e chirurgia
Il trattamento più utilizzato in caso di iperparatiroidismo è l’intervento chirurgico. L’intervento chirurgico è mininvasivo con endoscopio attraverso una minuta incisione chirurgica di 1.5cm. L’intervento prevede l’asportazione dell’adenoma della paratiroide. In Auxologico l’intervento è coadiuvato da tecnologie avanzate quale il dosaggio del paratormone in sala operatorio, la autoflorescenza che permette di identificare le paratiroidi ed il monitoraggio dei nervi laringei.
La Chirurgia Generale La Chirurgia Ambulatoriale
Nuove Tecnologie per l’Iperparatiroidismo in Auxologico
L’adozione delle più avanzate tecnologie di sala operatoria rappresenta un elemento di eccellenza nella cura dell’iperparatiroidismo presso Auxologico. L’approccio chirurgico moderno si avvale di strumenti digitali e mininvasivi che offrono vantaggi concreti sia per il paziente sia per l’équipe medica.
Tra le tecnologie utilizzate:
- Monitoraggio intraoperatorio del paratormone (PTH): consente di verificare in tempo reale la corretta rimozione della ghiandola patologica, minimizzando il rischio di persistenza di malattia e riducendo la necessità di interventi ripetuti;
- Navigazione e localizzazione con florescenza: attraverso l’impiego della florescenza e tecniche di imaging intraoperatorio, è possibile identificare anche paratiroidi ectopiche o di dimensioni ridotte, ottenendo così una resezione precisa e sicura;
- Monitoraggio dei nervi laringei: l’utilizzo di sistemi di neuromonitoraggio durante l’intervento riduce drasticamente il rischio di lesioni neurologiche che possono causare raucedine, disfonia o altri disturbi della voce;
- Chirurgia mininvasiva videoassistita: grazie a strumenti ottici di ultima generazione e a piccole incisioni, si ottiene una riduzione del dolore postoperatorio, cicatrici meno visibili e un recupero funzionale molto più rapido.
L’integrazione di queste tecnologie consente ad Auxologico di posizionarsi tra i centri di riferimento nell’ambito della paratiroidectomia, offrendo trattamenti altamente personalizzati con maggiore sicurezza, precisione e benessere per il paziente. Queste innovazioni, unite all’esperienza multidisciplinare dell’équipe, assicurano i più elevati standard di cura per tutte le forme di iperparatiroidismo.
Benefici per il Paziente dopo la Paratiroidectomia
Trattare l’iperparatiroidismo con una paratiroidectomia, soprattutto nei centri ad alto volume come Auxologico, offre numerosi vantaggi concreti per il benessere del paziente.
Alcuni benefici si osservano già nei primi giorni dopo l’intervento:
- Scomparsa dei sintomi principali, come stanchezza, debolezza muscolare, dolori ossei, nausea e disturbi dell’umore, specie se la causa era un adenoma paratiroideo asportato con successo.
- Stabilizzazione dei valori di calcio e paratormone nel sangue, con riduzione del rischio di osteoporosi, fratture e calcoli renali nel lungo periodo.
- Recupero più rapido rispetto alla chirurgia tradizionale, grazie alle tecniche mininvasive che riducono il dolore postoperatorio, la durata del ricovero e la dimensione delle cicatrici.
A distanza di poche settimane o mesi, i pazienti denotano un miglioramento della densità ossea, una riduzione delle recidive di calcolosi renale e, spesso, una ripresa della qualità di vita con un maggior senso di benessere e vitalità.
Anche il rischio cardiovascolare si riduce, poiché la normalizzazione del metabolismo minerale contribuisce a contenere l’ipertensione e le aritmie correlate all’ipercalcemia.
La gestione multidisciplinare propria di strutture come Auxologico garantisce un supporto integrato anche dopo l’intervento: il paziente viene seguito con controlli periodici ed eventuali supplementazioni di calcio e vitamina D, se necessarie, per prevenire l’ipocalcemia postchirurgica e ottimizzare la guarigione.
Gestione Postoperatoria dell’Iperparatiroidismo
Dopo l’intervento chirurgico per iperparatiroidismo, la gestione postoperatoria deve essere accurata per garantire la sicurezza del paziente e il pieno recupero. È fondamentale monitorare costantemente i livelli di calcio, fosfato e magnesio nel sangue, poiché l’asportazione della paratiroide può causare un temporaneo calo del calcio sierico (ipocalcemia).
Nei primi giorni, il controllo della calcemia deve essere ripetuto ogni 24-48 ore e, in caso di necessità, deve essere attuata una supplementazione di calcio e vitamina D per prevenire sintomi come formicolii, spasmi muscolari o, nei casi più severi, tetania.
Particolare attenzione deve essere posta al rischio di “hungry bone syndrome”, ovvero una prolungata ipocalcemia dovuta all’improvviso assorbimento osseo di minerali.
Il monitoraggio dei nervi laringei, che potrebbe essere leso durante l’intervento con raucedine o difficoltà nella deglutizione, richiede l’immediata valutazione da parte dello specialista.
Ogni paziente deve essere seguito da un’équipe multidisciplinare, che garantisca la continuità assistenziale, l’adeguata terapia sostitutiva e una tempestiva riabilitazione funzionale.
Infine, a distanza di alcune settimane, è raccomandato un controllo definitivo dei parametri ematici e una valutazione clinica per confermare la guarigione.
La corretta gestione del postoperatorio è quindi essenziale per il completo recupero della qualità di vita del paziente.
Reintervento e Iperparatiroidismo Ricorrente: Cosa Sapere
Nel caso di recidiva o persistenza di iperparatiroidismo dopo un primo intervento, può rendersi necessario un reintervento. Questa tipologia di chirurgia è più complessa e comporta rischi più elevati di complicanze, perciò è consigliata solo in centri altamente specializzati. Le principali cause di recidiva includono la presenza di un secondo adenoma “dormiente” non individuato al primo intervento o la riattivazione di tessuto paratiroideo residuo.
Prevenzione e Sorveglianza Proattiva
Sebbene l’iperparatiroidismo primario non si possa generalmente prevenire, è possibile ridurre il rischio di quello secondario grazie a una corretta supplementazione di vitamina D e calcio, una dieta bilanciata e una regolare sorveglianza della funzione renale, specie nei pazienti anziani o con fattori di rischio. La prevenzione delle complicanze si basa anche sullo screening periodico della densità minerale ossea, della funzionalità renale e sulla ricerca di eventuali calcoli renali o alterazioni elettrolitiche.
Iperparatiroidismo: le domande frequenti
- Cos’è l’iperparatiroidismo? È una patologia caratterizzata da un’eccessiva produzione di paratormone (PTH) da parte delle ghiandole paratiroidi, che regola il metabolismo di calcio e fosforo nell’organismo.
- Quante forme di iperparatiroidismo esistono? Principali forme: primario (dovuto a una malattia delle paratiroidi), secondario (risposta a bassi livelli di calcio, spesso per malattie renali o carenza di vitamina D) e terziario (persiste dopo il trattamento di una causa secondaria).
- Quali sono i sintomi più comuni? Stanchezza, debolezza muscolare, dolori ossei, calcoli renali, disturbi dell’umore, poliuria, nausea, confusioni o perdita di memoria, ma molti pazienti possono essere asintomatici nelle fasi iniziali.
- Come viene diagnosticato l’iperparatiroidismo? Attraverso esami ematici (calcio, PTH, fosforo), ecografia del collo, scintigrafia delle paratiroidi e, se indicato, altri esami di imaging.
- Perché un paziente può avere il calcio alto nel sangue? Il calcio elevato nel sangue spesso è dovuto all’eccesso di PTH, che libera calcio dalle ossa, ne riduce l’eliminazione renale e ne aumenta l’assorbimento intestinale.
- Quali sono le complicanze principali dell’iperparatiroidismo non trattato? Osteoporosi, fratture ossee, calcoli renali, insufficienza renale, disturbi neurologici, ipertensione e aritmie cardiache.
- Come si cura l’iperparatiroidismo primario? La terapia di scelta è l’intervento chirurgico di rimozione della ghiandola paratiroidea patologica. In casi selezionati si può optare per una sorveglianza attenta.
- Qual è la preparazione per l’intervento chirurgico? Prevede valutazione ematochimica completa, imaging del collo, valutazione cardiologica/anestesiologica e, spesso, consulenza endocrinologica.
- Cosa succede dopo l’intervento chirurgico? È necessario un attento monitoraggio di calcio, fosforo e magnesio. Alcuni pazienti possono necessitare di supplementazione di calcio e vitamina D per prevenire l’ipocalcemia.
- L’intervento è rischioso? Le complicanze sono rare nei centri specializzati, ma possono includere ipocalcemia temporanea, lesioni del nervo laringeo e, raramente, sanguinamento o infezione.
- Chi deve sottoporsi a chirurgia e chi può essere solo monitorato? La chirurgia è raccomandata nei pazienti sintomatici e in specifici casi asintomatici (giovani, con calcemia molto elevata, osteoporosi/fratture, calcolosi renale). I casi lievi e asintomatici talvolta possono essere seguiti nel tempo con controlli regolari.
- Cosa significa “hungry bone syndrome”? È una sindrome di ipocalcemia prolungata che può insorgere dopo la rimozione delle paratiroidi, dovuta al rapido ingresso del calcio nei tessuti ossei.
- L’iperparatiroidismo può recidivare? Sì, può succedere in caso di iperplasia o presenza di più adenomi paratiroidei. In rari casi può essere necessario un reintervento.
- Esistono terapie mediche per l’iperparatiroidismo? Per alcune forme secondarie (es. nell’insufficienza renale) si usano vitamina D, calcio e farmaci come i calcimimetici; queste terapie non sono indicate per la forma primitiva se non in particolari casi.
- È necessario seguire una dieta particolare? Non occorre una dieta particolare prima della diagnosi o del trattamento. Nei pazienti con ipercalcemia, è indicato limitare integrare di calcio e vitamina D solo se raccomandato dal medico.
- Quali esami devono essere seguiti nel follow-up? Calcemia, fosforemia, PTH, densitometria ossea, esame delle urine per valutare perdita di calcio e, nei casi selezionati, esami della funzionalità renale.
- Che impatto ha l’iperparatiroidismo sulla gravidanza? Può comportare rischi sia per la madre (crisi ipercalcemica) che per il feto (ritardo di crescita, parto prematuro). Si consiglia il monitoraggio in centri specialistici.
- L’osteoporosi può regredire dopo l’intervento? La massa ossea può migliorare dopo la correzione dell’iperparatiroidismo primario, soprattutto se il trattamento è tempestivo.
- È normale sentirsi stanchi anche dopo l’intervento? Una lieve stanchezza nei primi mesi è comune, ma dovrebbe migliorare progressivamente. Segnalare sintomi persistenti all’endocrinologo.
- A chi rivolgersi per una gestione ottimale? È fondamentale affidarsi a un’équipe multidisciplinare composta da endocrinologo, chirurgo endocrino, nefrologo e dietista nei centri specializzati per la presa in carico e il follow-up personalizzato del paziente
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