Tumore della tiroide
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Richiedi prenotazioneCos'è il tumore della tiroide
Il tumore alla tiroide è causato dalla crescita anomala e incontrollata delle cellule che la costituiscono. Nel 90-95% dei casi le cellule coinvolte sono i tireociti (cioè le vere e proprie cellule della tiroide, riunite in gruppetti chiamati “follicoli tiroidei”, che producono gli ormoni), nella restante percentuale di casi vengono colpite le cellule parafollicolari (che sono delle cellule presenti in misura quantitativamente minore e che producono un ormone chiamato calcitonina).
Sebbene i noduli tiroidei siano molto frequenti, soprattutto nella popolazione femminile, solo il 3% circa di essi sono maligni e i tumori alla tiroide sono quindi da considerarsi tumori rari.
Quanto è diffuso il tumore alla tiroide?
I carcinomi della tiroide insorgono prevalentemente in donne di età adulta. Nei Paesi industrializzati il tumore della tiroide è tra i primi 5 tumori più frequenti nel sesso femminile.
Si muore di tumore alla tiroide?
La prognosi è molto favorevole, soprattutto se la diagnosi è precoce, la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi supera il 99%.
Quali sono i sintomi?
Il tumore alla tiroide spesso non si manifesta con alcun sintomo nella fase precoce della malattia perché cresce in maniera lenta e silenziosa. Il campanello d’allarme può essere rappresentato da un nodulo isolato nella ghiandola riscontrato alla palpazione; tuttavia non tutti i noduli sono segno di un tumore alla tiroide, anzi nella maggior parte dei casi sono solo l’espressione di un’iperplasia tiroidea (una manifestazione benigna che determina un aumento di volume della ghiandola).
Altri sintomi che possono insorgere nella fase più avanzata sono:
- tumefazione del collo in rapido accrescimento;
- alterazioni del tono della voce e raucedine progressiva;
- difficoltà a deglutire;
- difficoltà respiratorie;
- ingrossamento dei linfonodi del collo.
Il tumore della tiroide talvolta può diffondersi con metastasi ad altri organi e tessuti. Il più delle volte le metastasi si presentano a linfonodi del collo, polmoni, ossa, cervello, fegato e pelle. I sintomi della diffusione del tumore della tiroide sono correlati alla localizzazione delle metastasi.
Quali sono le cause?
Sono note le alterazioni genetiche responsabili della quasi totalità dei tumori tiroidei. Tali alterazioni genetiche possono essere ricercate nel tumore o, in caso di forme familiari, nel sangue. In quest’ultimo caso, il rilievo del gene mutato nei familiari di un soggetto affetto indica la presenza di un tumore in fase iniziale o ne indica il futuro sviluppo, consentendo così di procedere precocemente all'asportazione della tiroide e portando così a completa guarigione.
Tra i principali fattori di rischio per lo sviluppo dei carcinomi della tiroide sono inclusi:
- la familiarità e l’ereditarietà;
- il sesso femminile;
- l’esposizione a elevati livelli di radiazioni (per esempio in seguito a sedute di radioterapia per la cura di altre neoplasie);
- alcune sindromi genetiche ereditarie come la neoplasia endocrina multipla, la sindrome di Cowden e la poliposi adenomatosa.
Diversi tipi di tumore
Esistono diverse varianti istologiche dei carcinomi tiroidei, che sono importanti da identificare in quanto per ognuno di essi la prognosi è diversa, così come la terapia:
- carcinoma papillare: è la variante più diffusa (90% dei casi totali). Insorge principalmente tra i 40 e i 60 anni. È costituito da una tumefazione ben confinata e localizzata che, soprattutto se insorge in soggetti giovani, nel 99% dei casi non dà complicanze per la vita;
- carcinoma follicolare: insorge generalmente in soggetti di età più avanzata (oltre i 50 anni) ed è più aggressivo del precedente;
- carcinoma midollare: questo tumore è estremamente raro e fa parte del 5-10% dei tumori che non coinvolgono le cellule tiroidee vere e proprie; infatti questa volta le cellule coinvolte sono le cellule C o parafollicolari (che sono responsabili della produzione di un altro ormone: la calcitonina). Nel 25% dei casi questo tumore fa parte di una sindrome familiare, ereditata geneticamente e denominata MEN 2. Si tratta di una sindrome caratterizzata da neoplasie endocrine multiple nella quale il carcinoma midollare si può associare a neoplasie in altri organi endocrini. Essendo geneticamente determinata si può manifestare fin dall'infanzia;
- carcinoma anaplastico: insorge in soggetti di età avanzata, oltre i 60 anni, ed è molto aggressivo perché le cellule si moltiplicano molto velocemente;
- linfoma tiroideo: è una forma rara e molto aggressiva derivata da una patologia a carico del sistema immunitario.
Come si diagnostica?
Per la diagnosi di tumore maligno della tiroide è necessaria innanzitutto una visita specialistica, durante la quale vengono raccolti i dati anamnestici, che forniranno indicazioni sulla storia clinica del paziente, sull'esistenza di altri casi in famiglia e sulla velocità di accrescimento del nodulo. Viene inoltre effettuato un esame obiettivo per individuare altri noduli e in qualche caso la presenza di linfonodi ingranditi in regione laterocervicale.
Per arrivare a una diagnosi certa il medico prescrive poi alcuni accertamenti, quali:
- esami del sangue per determinare la funzionalità della tiroide mediante il dosaggio del TSH e degli ormoni prodotti dalla ghiandola tiroidea, e per valutare la calcitonina, un marcatore di carcinoma midollare della tiroide;
- ecografia della tiroide, che permette per mezzo della tecnologia a ultrasuoni di descrivere le caratteristiche del nodulo e di visualizzarne i rapporti con le strutture normali della ghiandola. La maggior parte dei noduli tiroidei maligni hanno caratteristiche ecografiche “sospette”;
- agoaspirato, ovvero il prelievo di un campione di tessuto del tumore per esaminare le caratteristiche delle cellule che compongono il nodulo. Nel 10-25% dei casi però l’esame citologico non è dirimente, cioè non è in grado di distinguere tra nodulo benigno e maligno. In questi casi è possibile effettuare una analisi genetica a partire dall’agoaspirato che consente di individuare le mutazioni genetiche che provocano i tumori della tiroide o la loro assenza, aiutando così nella differenziazione tra noduli benigni e maligni;
- TC o risonanza magnetica per osservare meglio il nodulo maligno, i rapporti con le strutture circostanti e le eventuali metastasi. Questo esame viene effettuato solo nel caso in cui si abbia necessità di stabilire la precisa localizzazione del tumore prima dell'intervento chirurgico.
Quali sono i valori che indicano un tumore della tiroide?
Valori superiori o inferiori alla norma degli ormoni tiroidei o degli anticorpi anti-tiroide possono indicare una patologia della tiroide, ma non necessariamente un tumore. Valori elevati della calcitonina possono essere indicativi della presenza di un carcinoma midollare della tiroide. Per confermare il sospetto diagnostico deve essere eseguita una biopsia.
Come si cura un tumore della tiroide?
Il trattamento del tumore della tiroide prevede diverse opzioni terapeutiche, in base al tipo e allo stadio del tumore e alle condizioni del paziente.
Generalmente il trattamento d’elezione è l’intervento chirurgico per rimuovere il lobo della tiroide nel quale si è sviluppato il tumore (lobectomia) o, più di frequente, l’intera ghiandola (tiroidectomia totale). In alcuni casi può essere necessario procedere anche all’asportazione dei linfonodi del collo (dissezione linfonodale).
Durante l’intervento possono verificarsi danni alle ghiandole paratiroidi, che regolano i livelli di calcio nel sangue, e ai nervi collegati alle corde vocali, che possono causare temporaneamente raucedine e alterazioni della voce. Dopo l’intervento chirurgico di tiroidectomia è necessario seguire una terapia ormonale tiroidea sostitutiva per assicurare all’organismo livelli adeguati di ormoni tiroidei.
Altre terapie da eseguire successivamente all’intervento chirurgico in alcuni casi, generalmente in base al tipo e allo stadio della neoplasia, sono:
- la somministrazione di iodio radioattivo (terapia radiometabolica con iodio 131), che “distrugge” le cellule tumorali tiroidee residue ed eventuali metastasi ai linfonodi o ad organi a distanza;
- i farmaci a bersaglio molecolare;
- molto raramente radioterapia e chemioterapia.
Diagnosi e terapia del tumore alla tiroide in Auxologico
Auxologico è un Centro di elevata specializzazione per la diagnosi e terapia del tumore della tiroide. È un Centro affiliato EURACAN (European Reference Network on Rare Adult Cancers ), ITOG (International Thyroid Oncology Group), ETA-CG (European Thyroid Association-Cancer Group) e ITCO (Italian Thyroid Cancer Observatory Foundation).
Tra le prestazioni di elevate specializzazione offerte dall'Unità di Endocrinologia di Auxologico San Luca:
- ambulatori dedicati al follow up dei tumori della tiroide gestiti da medici dedicati alla patologia;
- ecografie del collo di terzo livello contestuali alla visita ambulatoriale;
- analisi genetica (Next Generation Sequencing-NGS) su agoaspirato con analisi di più di 20 diverse alterazioni genetiche causa di cancro della tiroide per i noduli risultati citologicamente indeterminati (TIR3);
- analisi genetica (in particolare gene RET) per le forme di carcinoma midollare familiare e sindromi MEN2;
- somministrazione di farmaci a bersaglio molecolare (tirosino-chinasici) per i rari tumori avanzati e plurimetastatici (sia di origine follicolare, che midollari, che anaplastici);
- trial farmacologici innovativi;
- équipe multidisciplinare per la gestione delle terapie e degli eventi avversi ad esse correlate anche mediante MAC (Macroattività Ambulatoriale Complessa) riabilitativi.
La gestione chirurgica dei tumori della tiroide è a carico della Unità di Endocrinochirurgia, specializzata in interventi su tumori maligni della tiroide, presso il Centro di Chirurgia Endocrina dell'Ospedale Capitanio.
Le visite specialistiche vengono effettuate in tutte le sedi lombarde e piemontesi di Auxologico.
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