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Carcinoma Papillare Tiroideo

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 Carcinoma Papillare Tiroideo

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A cura di

Prof.ssa Carla Colombo

Staff U.O. Endocrinologia e Malattie del Metabolismo - Auxologico San Luca

Il carcinoma papillare tiroideo è il tumore maligno più frequente della tiroide e rappresenta circa l’80% dei casi di cancro alla tiroide. Si tratta di una neoplasia a crescita lenta, che ha origine nelle cellule follicolari della ghiandola tiroidea e che, nella maggior parte dei casi, ha una prognosi molto favorevole, soprattutto se diagnosticata in fase precoce.

La Tiroide


Cos'è il carcinoma papillare tiroideo?

Il carcinoma papillare tiroideo ha origine dalle cellule follicolari, responsabili della produzione degli ormoni tiroidei essenziali per il metabolismo dell’organismo. Questo tumore può presentarsi sotto forma di lesione singola o multifocale, ovvero svilupparsi contemporaneamente in più zone della ghiandola tiroidea.

Nella maggior parte dei casi, il carcinoma papillare si sviluppa lentamente e tende a rimanere confinato alla tiroide; tuttavia, a volte può diffondersi ai linfonodi del collo attraverso i vasi linfatici. Nonostante questa possibile diffusione locale, la prognosi rimane generalmente molto favorevole, soprattutto se la malattia viene diagnosticata e trattata in fase precoce.


Sintomi del carcinoma papillare della tiroide

Il carcinoma papillare della tiroide è quasi sempre asintomatico e viene spesso rilevato casualmente durante esami di routine o ecografie eseguite per altri motivi. È importante sottolineare che la maggior parte dei noduli tiroidei sono benigni e solo una piccola percentuale di essi sono tumori maligni.

Solo quando il tumore cresce o raggiunge uno stadio più avanzato, può manifestarsi con sintomi dovuti alla compressione delle strutture vicine, quali:

  • Presenza di un nodulo indolore nella parte anteriore del collo, spesso rilevabile alla palpazione;
  • Raucedine persistente o alterazione del timbro della voce, dovuta al coinvolgimento dei nervi laringei;
  • Difficoltà di deglutizione (disfagia) e, meno frequentemente, difficoltà respiratorie (dispnea), se il tumore comprime la trachea o l’esofago;
  • Linfonodi del collo ingrossati, duri e indolori, che possono indicare una diffusione locale del tumore ai linfonodi laterali del collo.

I noduli tiroidei


Cause e fattori di rischio

Le cause del carcinoma papillare tiroideo non sono ancora del tutto chiare, ma sono stati identificati diversi fattori di rischio che aumentano la probabilità di sviluppare questo tumore:

  • Esposizione a radiazioni ionizzanti, in particolare durante l’infanzia, sia nell'ambito di trattamenti medici, a seguito di incidenti nucleari o di procedure diagnostiche che comportano l'uso di radiazioni;
  • Precedenti familiari di cancro alla tiroide o presenza di altri casi di cancro alla tiroide in parenti stretti;
  • Alcune alterazioni genetiche che possono aumentare la predisposizione individuale;
  • Carenza di iodio nella dieta, che può favorire la formazione di noduli tiroidei e, in rari casi, la loro trasformazione maligna;
  • Sesso femminile: il carcinoma papillare è più frequente nelle donne, anche se le ragioni non sono del tutto chiare. Tuttavia i carcinomi tiroidei presentano una maggior aggressività nel sesso maschile.

È importante sottolineare che, anche in presenza di questi fattori, la maggior parte dei noduli tiroidei rimane benigna e solo una piccola percentuale evolve in carcinoma papillare.


Carcinoma papillare tiroideo: la diagnosi

La diagnosi del carcinoma papillare della tiroide si basa su:


Il ruolo dell’Endocrinologo

L’endocrinologo svolge un ruolo fondamentale nella diagnosi del carcinoma papillare tiroideo, poiché è spesso il primo specialista a visitare i pazienti con noduli tiroidei sospetti. Ha il compito di raccogliere l’anamnesi medica, eseguire un esame fisico e valutare la funzionalità tiroidea mediante analisi del sangue, anche se queste ultime sono spesso normali nei casi di carcinoma papillare.

L’endocrinologo esegue o prescrive un’ecografia tiroidea ad alta risoluzione, che consente di identificare le caratteristiche sospette dei noduli, e determina la necessità di una puntura con ago sotto ecografia, un esame citologico indispensabile per distinguere le lesioni benigne da quelle maligne. L’ecografia, soprattutto se effettuata da un operatore esperto di patologie tiroidee, è l’esame gold-standard per la valutazione del rischio ecografico del nodulo e per valutare la presenza di eventuali metastasi linfonodali cervicali.

Inoltre, si occupa della stratificazione del rischio di malignità e, in caso di diagnosi di tumore, valuta l’aggressività della neoplasia, indirizzando il paziente verso il percorso terapeutico più appropriato, che può includere:

  • un monitoraggio attivo;
  • un intervento chirurgico;
  • altri trattamenti più conservativi.

Infine, l’endocrinologo partecipa alla preparazione preoperatoria e alla gestione postoperatoria, compresa la terapia ormonale sostitutiva, eventuali ulteriori trattamenti quando indicati e il follow-up a lungo termine, garantendo così una gestione completa e personalizzata del paziente.

Tiroide: il centro specialistico

Auxologico offre percorsi personalizzati?

Sì, Auxologico è un centro di riferimento nazionale e internazionale per la diagnosi e il trattamento dei tumori tiroidei. Offre percorsi personalizzati che garantiscono un'assistenza multidisciplinare al paziente, grazie alla collaborazione tra:

Auxologico utilizza le più moderne tecnologie chirurgiche, offre valutazioni genetiche avanzate, tecniche mini-invasive come la termoablazione e, in alcuni casi, la sorveglianza attiva con valutazioni ecografiche effettuate da operatori esperti. L’obiettivo è offrire a ogni paziente il trattamento più adatto, sicuro e innovativo, garantendo un’assistenza di altissimo livello in tutte le fasi del percorso terapeutico.

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Carcinoma papillare tiroideo: il trattamento

Il trattamento principale è chirurgico:

  • Lobectomia: asportazione di un solo lobo, in alcuni casi;
  • Tiroidectomia totale: asportazione completa della tiroide;
  • Dissezione dei linfonodi: asportazione dei linfonodi se sono colpiti.

La Visita Chirurgica La Visita Endocrinochirugica

Dopo l’intervento, può essere necessario:

  • Trattamento con iodio radioattivo per eliminare le cellule residue;
  • Trattamento ormonale sostitutivo a vita per mantenere i livelli degli ormoni tiroidei.

Follow-up del carcinoma papillare della tiroide 

L’endocrinologo svolge un ruolo centrale nel follow-up del carcinoma papillare della tiroide, coordinando le visite periodiche, gli esami del sangue (TSH, FT4, tiroglobulina, AbTg), ecografia del collo e, in casi selezionati, ulteriori indagini radiologiche (TAC, RMN, PET ecc..) al fine di monitorare l’eventuale recidiva o persistenza di malattia, ottimizzare la terapia ormonale sostitutiva e garantire una presa in carico personalizzata e continua del paziente.

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Prognosi

La prognosi del carcinoma papillare della tiroide è estremamente favorevole: nei casi diagnosticati e trattati precocemente, il tasso di sopravvivenza a 5 anni supera il 98%. La maggior parte dei pazienti può condurre una vita normale dopo il trattamento. Tuttavia, è fondamentale sottoporsi a controlli regolari e accurati, che consentono di individuare rapidamente eventuali recidive o complicanze e di intervenire tempestivamente per garantire i migliori risultati a lungo termine.

Opzioni non chirurgiche

Sorveglianza attiva del carcinoma papillare della tiroide 

La sorveglianza attiva è una strategia che consiste nel monitorare nel tempo i microcarcinomi papillari della tiroide a basso rischio, confinati alla ghiandola tiroidea e senza presenza di metastasi linfonodali, senza intervenire immediatamente con la chirurgia. Questa opzione viene proposta quando il tumore è molto piccolo (meno di 1 cm) e non presenta segni di aggressività.

Il paziente viene monitorato con ecografie regolari: si interviene solo se il nodulo cresce o se compaiono nuovi segni di rischio. La sorveglianza attiva, quando indicata ed effettuata in un centro esperto, consente di evitare trattamenti inutili, preservando la sicurezza e la qualità della vita del paziente. 

Termoablazione del carcinoma papillare della tiroide

La termoablazione è una tecnica mini-invasiva che utilizza il calore generato da radiofrequenze o laser per distruggere i tessuti tumorali tiroidei preservando i tessuti sani circostanti. Questa procedura, eseguita sotto guida ecografica e in anestesia locale, è particolarmente indicata per i microcarcinomi papillari tiroidei di piccole dimensioni e confinati alla ghiandola, offrendo un’alternativa alla chirurgia tradizionale.

I principali vantaggi sono la rapidità del trattamento, l’assenza di cicatrici, il rapido ritorno alle attività quotidiane e il mantenimento della funzione tiroidea, senza necessità di terapia ormonale sostitutiva nella maggior parte dei casi.


Carcinoma Papillare della Tiroide: domande frequenti

  • Che cos'è il carcinoma papillare della tiroide? È il tumore maligno più comune della tiroide, a crescita lenta e con un'ottima prognosi.
     
  • Chi può essere colpito da questo tumore? Colpisce più spesso le donne giovani e gli adulti, ma può insorgere a qualsiasi età.
     
  • Quali sono i sintomi più frequenti? Spesso è asintomatico. Molto raramente, nel caso di tumori avanzati può dare sensazione di nodo alla gola, raucedine, difficoltà a deglutire, ingrossamento dei linfonodi. 
     
  • Come viene diagnosticato? Mediante ecografia, agoaspirato tiroideo con valutazione citologica, analisi del sangue e, se necessario, analisi genetiche.
     
  • Si tratta di un tumore aggressivo? No, nella maggior parte dei casi è poco aggressivo e curabile.
     
  • Quali sono le cause principali? Non sempre note; tra i fattori di rischio figurano le radiazioni, la storia familiare e alcune mutazioni genetiche.
     
  • Qual è il trattamento più comune? La chirurgia (tiroidectomia totale o lobectomia) è il trattamento principale.
     
  • È necessaria una terapia con iodio radioattivo? In molti casi sì, soprattutto se il tumore è esteso o ha raggiunto i linfonodi.
     
  • Dopo l’intervento devo assumere farmaci? Sì, è necessaria una terapia ormonale sostitutiva per tutta la vita.
     
  • Quali sono i rischi dell’intervento chirurgico? Sono possibili lesioni temporanee o permanenti delle ghiandole paratiroidi e dei nervi delle corde vocali.
     
  • Il tumore può ripresentarsi? Le recidive sono rare, ma è fondamentale un follow-up regolare.
     
  • Il carcinoma papillare può metastatizzare? Sì, soprattutto nei linfonodi del collo; raramente a distanza.
     
  • Qual è la sopravvivenza a lungo termine? Molto elevata, superiore al 98% a 5 anni nei casi trattati.
     
  • È possibile prevenire questo tumore? Non esiste una strategia preventiva specifica, ma evitare l’esposizione alle radiazioni ionizzanti riduce il rischio.

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