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I benefici del Tango per il trattamento del Parkinson

Pubblicato il 23/04/2018 - Aggiornato il 09/02/2024

Prof. Alessandro Mauro

Direttore U.O. Neurologia e Neuroriabilitazione - Auxologico Piancavallo

Direttore Centro Medicina del Sonno - Piemonte

Direttore Centro Parkinson e Disturbi del Movimento - Piemonte

Dott. Giovanni Albani

Responsabile Centro Parkinson e Disturbi del Movimento - Auxologico Piemonte - Villa Caramora Verbania

U.O. Neurologia e Neuroriabilitazione - Auxologico Piancavalllo Direttore Prof. Alessandro Mauro

BALLARE PER STARE MEGLIO

Le persone affette da malattia di Parkinson possono stare meglio ballando il tango.

Negli ultimi anni il tango ha acquisito un ruolo tra gli strumenti a disposizione dei neurologi e dei neuroriabilitatori nella progettazione dei trattamenti riabilitativi dedicati alla malattia di Parkinson.

Il tango rappresenta un approccio complementare ai trattamenti più tradizionali (farmacologici, fisioterapici, psicologici ecc). 

Si è dimostrato capace di contribuire non solo al mantenimento-miglioramento di aspetti motori, ma anche al superamento dell’apatia, alla promozione della socializzazione e, in ultima analisi, al miglioramento del benessere globale delle persone affette da questa malattia.

TANGO E MALATTIA DI PARKINSON: QUALI BENEFICI

La reale efficacia della riabilitazione nella Malattia di Parkinson è stata oggetto di incertezza nei decenni scorsi.

Più recentemente, è apparso chiaro che imparare delle strategie compensatorie poteva aiutare le persone con Malattia di Parkinson a superare le difficoltà di programmazione ed esecuzione dei movimenti che caratterizzano questa malattia.

Il controllo motorio può essere favorito da diversi tipi di stimoli esterni (per esempio stimoli ritmici, visivi o acustici) che diano l’avvio e una cadenza al movimento che, altrimenti, ha difficoltà ad essere iniziato ed eseguito alla velocità voluta.

In questo contesto è stato ben evidenziato anche il ruolo delle emozioni nell’influenzare il controllo motorio, così come l’importanza di strategie riabilitative indirizzate a promuovere la capacità del soggetto malato di porre attivamente attenzione al controllo dei suoi propri movimenti.

Questi concetti si sono sposati bene con l’attenzione recentemente rivolta all’attività fisica come promotrice di benessere per tutti ma anche per persone con disabilità motorie e cognitive, aprendo quindi la porta a diversi approcci non convenzionali per la Malattia di Parkinson, come il tai-chi, il nordic walking, la teatroterapia ed il tango.

Questi approcci coniugano efficacemente gli effetti dell’attività fisica con l’apprendimento di strategie di controllo motorio e con il piacere derivante da attività divertenti praticate in gruppo.

Il tango è un ottimo esempio di quanto detto: la musica (che, per altro, determina in molti un significativo coinvolgimento emotivo) genera uno stimolo uditivo ritmico, i movimenti del partner sono un riferimento visivo continuo per guidare i propri movimenti, il controllo dei movimenti è indispensabile per eseguire i passi imparati, la valenza estetica del movimento è un ulteriore stimolo per porre attenzione a come i movimenti vengono eseguiti.

Leggi anche: Malattia di Parkinson, l'approccio neurologico

IL TANGO E IL CERVELLO: UNA RELAZIONE STRAORDINARIA

Una delle possibili spiegazioni per cui il tango è in grado di migliorare le strategie di controllo motorio e posturale nelle persone con Malattia di Parkinson è insita nell’attivazione di una regione del lobo frontale del cervello (area supplementare motoria) dedicata alla programmazione del movimento.

La persona infatti, mentre balla il tango, deve progettare i movimenti “immaginando” il risultato ottenuto, in modo tale da adattarli al ritmo della musica ed ai movimenti del partner e mantenendoli all’interno dei canoni previsti.

La possibilità di ottenere un miglioramento delle prestazioni motorie in un contesto  piacevole, in un ambiente associato al divertimento e allo svago e non in contesti tradizionalmente sanitari (in genere non associati alla gioia ma piuttosto alla sofferenza) è uno dei motivi principali del successo di questi approcci riabilitativi complementari e del tango in particolare.

UNA PRATICA CHE VA ASSISTITA

Un aspetto importante è che, per essere efficaci, questi approcci non possono essere lasciati alla libera interpretazione delle persone che li praticano ma devono prevedere l’insegnamento di come devono essere eseguiti movimenti, azioni, ecc e il controllo dell’apprendimento raggiunto.

La difficoltà (non impossibilità) a inserire in ambiente sanitario dei corsi strutturati di tango per gruppi di persone con Malattia di Parkinson ha fatto sì che iniziative di questo tipo siano state messe in atto, soprattutto, da associazioni di pazienti che però devono affrontare problemi non piccoli per garantire la correttezza e la qualità degli interventi proposti, nonché per superare gli ostacoli posti dalla disabilità delle persone che vi vogliono partecipare.

Un’ulteriore necessità - comune per altro a tutti gli interventi riabilitativi dedicati a malattie croniche - è garantire la continuità nel tempo degli interventi proposti.

Una possibile soluzione a queste difficoltà potrebbe consistere nella realizzazione di strumenti e protocolli che permettano l’esecuzione in ambiente domestico, ma in modo controllato, di esercizi simili al tango, in un contesto quindi di telemedicina.

L’esecuzione di queste attività a casa non dovrebbe essere intesa come esclusiva ma piuttosto come strumento per mantenere la continuità del progetto di trattamento quando non è possibile effettuare i “corsi “ di tango e l’attività riabilitativa in ambiente dedicato.

IL TANGO A DISTANZA

E proprio in questo senso, negli ultimi anni, il nostro gruppo ha focalizzato i propri sforzi alla realizzazione di una piattaforma di telemedicina capace di monitorizzare i sintomi della Malattia di Parkinson e, contemporaneamente, proporre - al domicilio dei pazienti - degli esercizi riabilitativi anche derivati dal Tango.

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