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A cura di

Dott.ssa Sara Saino

Staff Servizio Ginecologia e Ostetricia

Che cos’è l’endometriosi?

L’endometriosi è una patologia che comporta la crescita di un tessuto simile al rivestimento interno dell’utero (endometrio) anche al di fuori di quest’ultimo, più frequentemente negli organi della regione pelvica, ma molto raramente anche in altre aree del corpo come polmoni, cervello e pelle.

L’endometriosi è una malattia cronica, che può presentarsi fin dalla prima mestruazione e attenuarsi con la menopausa. Il tessuto endometrioso, infatti, è estrogeno-dipendente e può aumentare di volume e sanguinare proprio come accade all’interno dell’utero ogni mese.

L’endometriosi può avere un impatto molto significativo sulla qualità della vita: può causare dolore pelvico, soprattutto durante il ciclo mestruale e i rapporti sessuali, può comportare infertilità, disturbi del sonno, difficoltà nelle relazioni interpersonali e può interferire nelle attività lavorative.


Quali sono i sintomi dell’endometriosi?

Il principale sintomo dell’endometriosi è il dolore pelvico, in particolare durante il ciclo mestruale (dismenorrea).

Altri disturbi possono essere:

  • mestruazioni abbondanti;
  • perdite di sangue tra un ciclo e l’altro;
  • dolore alla schiena e all’addome;
  • dolore durante e/o dopo i rapporti sessuali;
  • dolore durante la minzione e l’evacuazione delle feci;
  • disturbi gastrointestinali (diarrea, stitichezza, nausea, gonfiore addominale) durante il ciclo.  

Quali sono le cause dell’endometriosi?

Le cause dell’endometriosi al momento non sono note. Una probabile causa della patologia potrebbe essere la mestruazione retrograda, ovvero la risalita verso le tube di Falloppio di parte del sangue mestruale. Questo consentirebbe l’impianto e la proliferazione di cellule endometriali al di fuori dell’utero.

A causare l’endometriosi potrebbero essere anche disfunzioni del sistema immunitario e ormonale o interventi chirurgici nella zona pelvica; infine, non è esclusa l’ipotesi di un’origine genetica.

Esistono alcuni fattori in grado di aumentare il rischio di endometriosi, come per esempio:

  • cicli mestruali inferiori a 27 giorni;
  • mestruazioni abbondanti e con perdite superiori ai 7 giorni;
  • alti livelli di estrogeni;
  • non aver partorito;
  • casi di endometriosi in famiglia (madre o zie);
  • disturbi che bloccano il normale flusso di sangue mestruale.

Quali sono i rischi dell’endometriosi per la salute?

Il tessuto endometrioso è benigno, ma la sua diffusione all’esterno dell’utero può causare numerosi disturbi, tra i quali:

  • ostruzione delle tube di Falloppio;
  • formazioni di cisti ovariche (endometriomi);
  • infiammazione cronica;
  • formazione di tessuto cicatriziale e aderenze.

Inoltre, l’endometriosi potrebbe aumentare il rischio di cancro alle ovaie.


Endometriosi e gravidanza

La principale complicazione dell’endometriosi è la riduzione della fertilità, tanto che spesso la patologia viene diagnosticata per la prima volta nelle donne che si rivolgono al medico per infertilità. Tuttavia, molte donne con endometriosi possono concepire e portare a termine la gravidanza.


Come si scopre l’endometriosi?

Per giungere a una diagnosi è necessaria una visita del medico ginecologo con esame delle pelvi e alcuni accertamenti. I più indicati in caso si sospetti l’endometriosi sono l’ecografia pelvica, esterna o interna (transvaginale), che consente di controllare la struttura di organi e tessuti, e la laparoscopia, una procedura chirurgica che comporta una piccola incisione all’addome, per individuare impianti di tessuto endometriale e prelevare piccoli campioni per analizzarli (biopsie). In fase diagnostica è possibile anche l’utilizzo della RMN pelvica per valutare estensione della malattia e il dosaggio del CA125 per valutare la fase attiva della malattia.

Leggi anche: Ecografia Transvaginale - Ecografia Pelvica


Qual è la cura dell’endometriosi?

Non esiste una cura per l’endometriosi, ma sono disponibili molte opzioni terapeutiche per trattare i sintomi e risolvere alcuni dei disturbi legati alla patologia.

Il medico, a seconda della gravità dei sintomi, può prescrivere farmaci antinfiammatori non steroidei e analgesici per alleviare il dolore. Possono essere impiegati anche trattamenti ormonali contraccettivi, farmaci agonisti e antagonisti dell’ormone di rilascio delle gonadotropine (Gn-RH), inibitori dell’aromatasi e terapia progestinica.

In alcuni casi può essere indicata l’opzione chirurgica, che consiste nell’asportazione del tessuto endometrico esterno all’utero, spesso effettuata con tecnica laparoscopica. Più raramente è necessaria l’asportazione totale dell’utero o delle ovaie.


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