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Manifestazioni cardiovascolari da Covid-19: a che punto è la ricerca?

Pubblicato il 20/01/2021 - Aggiornato il 08/09/2023

Il Dott. Renato Casana, Direttore Laboratorio Sperimentale di Ricerche di Chirurgia Vascolare e Responsabile Servizio di Chirurgia Vascolare e Angiologia di Auxologico ha spiegato quali siano le manifestazioni cardiovascolari causate dal Coronavirus e quale sia l'impegno dell'Istituto nella ricerca contro il Covid-19.

QUALI SONO LE PRINCIPALI SEVERE MANIFESTAZIONI CARDIOVASCOLARI IN CORSO DI INFEZIONE DA COVID-19?

Secondo i dati italiani raccolti dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) oltre alle numerose pubblicazioni emerse recentemente sull’infezione da Covid-19, le categorie di malati cronici in assoluto più a rischio di sviluppare forme gravi di infezione sono i pazienti anziani con preesistenti malattie cardiovascolari

Questi pazienti attraverso diversi meccanismi patogenetici in grado di alterare il meccanismo della coagulazione (pro-trombotici) o creando un severa infiammazione endoteliale dei vasi, vanno incontro ad un drammatico quadro clinico, spesso fatale, causato da:

Diversi studi clinici hanno recentemente evidenziato i motivi di questa predisposizione e potrebbero indicarci nuove modalità di intervento prima che l’attuale campagna vaccinale ci dia una protezione su larga scala nei confronti del virus. 

QUALI SONO I PRINCIPALI MECCANISMI D’AZIONE CHE PROVOCANO LA TROMBOSI E IL DANNO ENDOTELIALE RESPONSABILI DELLE GRAVI MANIFESTAZIONI CARDIOVASCOLARI NEI PAZIENTI AFFETTI DA COVID-19?

La difesa dell’organismo contro gli organismi estranei come il virus SARS-CoV-2 è mediata da una risposta immune che coinvolge proteine ormonali, chiamate citochine.

Queste rappresentano un gruppo eterogeneo di glicoproteine solubili con la funzione di mediare e regolare le risposte immunologiche ed infiammatorie.

Tra questo gruppo eterogeneo di citochine, l’Interleuchina (IL-6) è stata ritrovata in altissime concentrazioni nel sangue dei pazienti affetti da Covid-19, per cui ha destato grande interesse nello spiegare alcune manifestazioni severe della malattia, quali la trombosi massiva polmonare che è risultata spesso fatale per molti pazienti.

L’IL-6 viene prodotta dalle cellule endoteliali che rivestono i vasi sanguigni giocando un importante ruolo nei processi ematologici e infiammatori.

Tra le sue varie funzioni è in grado di aumentare la concentrazione del fibrinogeno, del fattore attivante il plasminogeno e di inibire l’aggregabilità piastrinica alterando la coagulazione del sangue in senso protrombotico.

Gli effetti biologici di questa Interleuchina dipendono dalla sua interazione con dei recettori di membrana IL-6R, localizzati sulla superficie di linfociti T di cui è ricco l’endotelio.

Pertanto alcuni studi sono rivolti ad utilizzare anticorpi monoclonali in grado di spiazzare il recettore della IL-6 e inibire così la sua attività contrastandone gli effetti sull’apparato cardiovascolare. 

CI SONO ATTUALMENTE DEI FARMACI CHE POSSONO RIDURRE IL DANNO VASCOLARE CAUSATO DAL VIRUS SARS-CoV-2?

In seguito all’infezione virale questa citochina infiammatoria (IL-6) una volta prodotta, si lega al suo recettore (IL-6R), presente sulla superficie di varie cellule, ingaggiandole in questo modo in numerose azioni pro-infiammatorie della parete dei vasi e pro-coagulanti.

 Il risultato è quello che abbiamo visto come principale manifestazione della malattia nelle sue forme più severe quali:

  • l’embolia polmonare massiva;
  • l’infarto;
  • l’ictus;
  • diverse manifestazioni vascolari.

Da qui la possibilità di sperimentare un farmaco che sia in grado di inibire il legame di questa citochina con il suo recettore utilizzando un anticorpo monoclonale comunemente utilizzato per il trattamento di malattie autoimmuni (tocilizumab) che è stato ingegnerizzato in laboratorio.

In questo modo l’Interleuchina-6, con un meccanismo di “inibizione recettoriale” non è in grado di legarsi al recettore e quindi di attivare le cellule bersaglio ad esercitare la propria azione pro-infiammatoria e procoagulante. 

Altri farmaci che hanno suscitato grande interesse in corso di infezione da covid-19 sono le eparine a basso peso molecolare impiegate per ridurre l’aspetto pro-trombotico e proaterogeno che queste citochine generano causando trombosi e severe malattie vascolari. 

Infine vi sono alcuni studi legati ai recettori ACE-2 (enzima 2 di conversione dell'angiotensina), particolarmente espresso sia dalle cellule polmonari che dalle cellule del tessuto cardiaco, attraverso il quale il nuovo coronavirus (SARS-CoV-2) sarebbe in grado di legarsi grazie a una sua proteina di superficie denominata “Spike”.

Quindi nuovi studi sono indirizzati ad identificare eventuali molecole in grado di bloccare questo legame come possibile strategia terapeutica.

COSA CI SI ASPETTA IN FUTURO DALLA RICERCA PER COMBATTERE L’INFEZIONE DA COVID-19?

In attesa di coprire con l’attuale campagna vaccinale in corso gran parte della popolazione fino a raggiungere una potenziale immunità di gregge sono allo studio farmaci antivirali specifici diretti verso SARS-CoV-2.

Questi studi di ricerca avviati su vari farmaci impiegati nella sperimentazione clinica potrebbero rappresentare una preziosa alternativa terapeutica.

Ulteriori studi su larga scala faranno luce sui numerosi interrogativi ancora aperti su questa infezione virale. 

IN CHE MODO L’ISTITUTO AUXOLOGICO ITALIANO PARTECIPA ALLA RICERCA SCIENTIFICA NELLA BATTAGLIA CONTRO L’INFEZIONE DA COVID-19?

Facendo fede alla missione di Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico IRCCS, dotato di 24 Laboratori di Ricerca, Auxologico si sta impegnando fattivamente attraverso la gestione di numerosi protocolli di ricerca inerenti l’infezione Covid-19.

Attraverso il proprio Comitato Etico che si è riunito da remoto numerose volte in questi ultimi mesi ha valutato e promosso numerosi studi di ricerca sull'infezione virale nell’ambito delle manifestazioni:

  • cardiovascolari;
  • respiratorie;
  • immunologiche;
  • neurologiche

Un altro aspetto importante nell’ambito della ricerca dell’Istituto è l’impiego di una piattaforma REDCap (Electronic Data Capture) che permette di progettare, costruire e mettere in opera, in tempi rapidi, database per raccolta dati nell’ambito dei vari studi mono o multicentrici.

La piattaforma permette inoltre gestire la qualità dei dati clinici, creare query per il monitoraggio degli studi ed esportare i dati raccolti nei formati utili per le elaborazioni statistiche. 

Quindi l’importante lavoro svolto dall’Istituto Auxologico è stato permettere una vasta collaborazione tra la ricerca di base la ricerca clinica e la ricerca applicata al fine di ottenere importanti risultati applicabili nel breve medio futuro nella terapia contro l’infezione da Covid-19.  

LABORATORIO SPERIMENTALE DI RICERCHE DI CHIRURGIA VASCOLARE

Il Laboratorio di Ricerca Sperimentale di Chirurgia Vascolare si dedica da molti anni ad attività di ricerca nella prevenzione dell’ictus cerebrale attraverso la diagnosi e il trattamento della stenosi carotidea (endoarterectomia carotidea e stenting carotideo) in collaborazione con le principali Università nazionali e internazionali, in particolare con Nuffield Department of Surgical Science dell'Università di Oxford nell’ambito del trial ACST-2 (Carotid Endarterectomy Versus Carotid Artery Stenting in Asymptomatic Patients). Si promuove inoltre come centro sperimentale attraverso protocolli di ricerca nell’impiego di nuovi materiali e device (Mesh Stents carotidei a bassa porosità) per il trattamento della stenosi carotidea mediante procedura di stenting carotideo nella prevenzione dell’ictus cerebrale, partecipando a numerosi studi multicentrici e trial randomizzati.

Articolo del 25/01/2021.