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Ricerca sulla tiroide: premio ETA Pinchera a Luca Persani

Pubblicato il 10/09/2019 - Aggiornato il 10/01/2024

RICERCA SULLE MALATTIE DELLA TIROIDE: LO STATO DELL'ARTE

INTERVISTA AL PROF. PERSANI

La tiroide. Un organo che sembra ormai banale, ma che in realtà nasconde ancora molte cose da capire e soprattutto ha una funzione determinante per il nostro corpo e la nostra salute.

Luca Persani ne è uno dei suoi maggiori conoscitori e ricercatori al mondo.
Professore di Endocrinologia all'Università di Milano e Direttore dell'Unità Operativa di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo di Auxologico San Luca a Milano, Persani è stato insignito del premio ETA (European Thyroid Association) Aldo Pinchera Prize per il 2019. Il prestigioso riconoscimento per le ricerche in ambito tiroideo è stato consegnato lunedì 9 settembre 2019 in occasione del 42° meeting annuale dell'ETA a Budapest. 

QUALI SONO I PROSSIMI SVILUPPI DELLA RICERCA?

I progressi della ricerca in ambito tiroideo hanno consentito nel tempo la comprensione di molti dei meccanismi coinvolti nella patogenesi delle malattie tiroidee.
Tutti questi progressi hanno consentito lo sviluppo di nuovi strumenti diagnostici, una classificazione sempre più precisa delle disfunzioni tiroidee e della patologie neoplastiche della tiroide. Tali progressi si sono anche riflessi nella generazione di terapie sempre più efficaci e con minori effetti indesiderati.

Recente è, per esempio, la creazione di pannelli per il riconoscimento delle alterazioni genetiche alla base di diverse patologie tiroidee che sono stati messi a punto nel nostro Laboratorio di Ricerche Endocrino-Metaboliche e che ora sono disponibili per i pazienti che necessitano di una classificazione più precisa della malattia.

La “diagnosi o firma genetica” di una malattia diventa così uno strumento molto utile da un lato per la prevenzione della malattia stessa o delle sue complicanze nei soggetti portatori del difetto oppure consente di fornire una prognosi più precisa  e un approccio molto più mirato sia nella gestione che nella terapia.

Queste ricerche hanno inoltre portato anche allo sviluppo di nuovi farmaci che consentono oggi un trattamento anche per i tumori tiroidei aggressivi con un allungamento sempre più significativo e a volte sorprendente dell'aspettativa di vita.

Le biotecnologie mediche hanno inoltre consentito lo sviluppo negli ultimi anni di un approccio mini-invasivo per il trattamento delle lesioni espansive della tiroide (es. noduli) riducendo così il numero di interventi chirurgici con approccio classico riducendo così costi e le liste di attesa.

Rimane ovviamente ancora molto da fare per dare una vera cura per le malattie tiroidee. Il nostro gruppo di ricerca si sta muovendo su diverse linee per cercare di dare risposte ai pazienti che soffrono ancora di ritardo diagnostico o non hanno ancora la disponibilità di cure soddisfacenti per le proprie malattie.

Uno degli strumenti che nel futuro saranno utili in questo senso si baserà sullo sfruttamento delle cellule staminali, più precisamente le Induced Pluripotent Stem Cells (iPSC), che consentirà di comprendere i dettagli dei difetti a livello cellulare e molecolare conseguenti a una specifica alterazione genetica e di potere così rigenerare  in vitro il tessuto o l’organo leso.

VAI AL Laboratorio di Ricerche Endocrino-Metaboliche

IL CENTRO SPECIALISTICO TIROIDE DI AUXOLOGICO

Il Centro Tiroide di Auxologico si avvale di un’équipe altamente specializzata che è in grado di accogliere e soddisfare tutte le richieste diagnostiche e terapeutiche relativa alle malattie benigne e maligne della tiroide di pazienti da 1 anno di età fino all’età anziana.
Gli specialisti del Centro Tiroide utilizzano strumenti e tecnologie d’avanguardia come le nuove terapie mediche antineoplastiche e le tecniche interventistiche mini-invasive (ablazione e alcolizzazione dei noduli tiroidei), e test molecolari e genetici in grado di predire la prognosi di determinate malattie o individualizzare le terapie, in modo da renderle più efficaci.

COSA RAPPRESENTA QUESTO PREMIO PER LEI E PER IL SUO TEAM, OLTRE CHE PER LA RICERCA ITALIANA?

"Il Premio ETA Pinchera Prize è attribuito annualmente dalla European Thyroid Association (ETA) a un ricercatore che ha influenzato in maniera significativa il progresso delle conoscenze sulla diagnosi, patogenesi o trattamento delle malattie tiroidee. Il premio è in vigore dal 2013 (dopo il decesso del famoso endocrinologo Aldo Pinchera) e ha sostituito nel tempo il massimo Premio dell'ETA che in precedenza si chiamava ETA Merck-Serono Prize (in vigore dal 1982 al 2015). Nel corso di questi anni, il prestigioso premio è stato assegnato a illustri scienziati, di origine europea o americana, che hanno contribuito in maniera determinante al progresso della tiroidologia sia nell'ambito clinico, che in quello della ricerca svolta in laboratorio. Pertanto l’ETA Pinchera Prize rappresenta il Premio Europeo più ambito per un tiroidologo.

È quindi un grande onore e orgoglio avere ricevuto questo premio (vinto in precedenza da alcuni famosi ricercatori Italiani come i proff.  Roberto Di Lauro, Furio Pacini, Paolo Beck-Peccoz, Massimo Santoro, Paolo Vitti, Luigi Bartalena e Rossella Elisei) e desidero condividere questo onore con i numerosi (oltre 50) collaboratori in Italia e all'estero che nel tempo hanno contribuito allo sviluppo di queste ricerche e al loro successo: senza di loro non sarebbe stato possibile raggiungere questo traguardo.

Ritengo opportuno in questa occasione ricordare e ringraziare in modo particolare i prof. Giovanni Faglia e Paolo Beck-Peccoz che sono stati i miei maestri e mi hanno fatto crescere, ispirato e instillato la passione necessaria per potere svolgere il lavoro di ricerca e poi mi hanno avviato verso la carriera universitaria.

Desidero inoltre ricordare il grande supporto ricevuto in questi anni dalla Direzione Scientifica di Auxologico e in particolare dal prof. Alberto Zanchetti che ha creduto fortemente nella crescita del piccolo gruppo di 3 persone che nel 1994 afferiva al Laboratorio di Ricerche Endocrinologiche, originariamente situato presso l'Irccs San Michele (sotto la Direzione del prof. Faglia), e che ora conta più di 15 ricercatori fra personale Auxologico e dell'Università di Milano.

Un altro particolare ringraziamento lo desidero rivolgere al prof. Marco Conti che era il Direttore del Lab of Reproductive Biology della Stanford University che ho frequentato come Visiting Scientist nel 1998 e che mi ha fatto conoscere alcune delle nuove tecnologie e mi ha insegnato come condurre un laboratorio di biologia molecolare applicata alle ricerche in ambito endocrinologico.