Direttore del Centro per le Aritmie Genetiche presso Auxologico, il Prof. Peter J.Schwartz è considerato uno dei massimi esperti mondiali nella diagnosi e nella gestione delle canalopatie ereditarie, in particolare della Sindrome del QT Lungo, principale causa di morte cardiaca improvvisa sotto i 20 anni.
Nella classifica Research.com 2025, una delle più accreditate a livello internazionale per la valutazione dell’impatto scientifico dei ricercatori, si colloca al 413° posto nel mondo nella categoria Medicine, grazie a una produzione scientifica di oltre 1.500 pubblicazioni, un h-index superiore a 140 e numerose citazioni nei più autorevoli journal di medicina cardiovascolare.
Per il Prof. Schwartz si tratta di una conferma, avendo ricevuto questo prestigioso riconoscimento già nel 2024, insieme ad altri autorevoli ricercatori di Auxologico.
Il ruolo in Auxologico e il contributo alla ricerca scientifica
In Auxologico, il Prof. Schwartz coordina le attività di ricerca clinica e genetica sul rischio aritmico, promuovendo strategie terapeutiche personalizzate per la prevenzione della morte improvvisa, tra cui l’uso precoce di beta-bloccanti e la denervazione cardiaca simpatica di sinistra.
Ha co-fondato l’International Long QT Syndrome Registry, uno dei registri clinici più importanti a livello globale per lo studio delle aritmie genetiche.
Una carriera riconosciuta a livello internazionale
Il prestigioso risultato ottenuto nella classifica Research.com si aggiunge alla recente Gold Medal della European Society of Cardiology, il più alto riconoscimento conferito a un cardiologo europeo, assegnata al Prof. Schwartz nel 2024 per i suoi studi pionieristici nel campo della cardiologia genetica.
Un contributo scientifico che ha superato i confini della medicina
La sua competenza ha avuto rilevanza anche in ambito legale e forense: nel noto caso australiano di Kathleen Folbigg, il Prof. Schwartz ha fornito un’opinione scientifica decisiva sull’individuazione di una mutazione del gene CALM2 (associata a morte improvvisa), contribuendo a dimostrare l’innocenza della donna, condannata per la morte dei suoi figli e successivamente scagionata.