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In montagna a cuor sereno

Pubblicato il 06/12/2017 - Aggiornato il 05/01/2024

Le vacanze sono spesso sinonimo di vita all'aria aperta, anche in alta quota.

Ogni giorno funivie, funicolari e seggiovie permettono a moltissime persone di accedere facilmente a località in alta quota, inclusi migliaia di soggetti affetti da cardiopatie (tra cui anche eventuali malattie coronariche note o ancora non diagnosticate) o da ipertensione arteriosa.

Tra questi vi sono anche moltissimi over 60, il cui organismo reagisce meno prontamente a modifiche ambientali come il freddo o la ridotta disponibilità di ossigeno: ipossia ipobarica sta appunto a indicare l'apporto insufficiente di ossigeno ai tessuti del nostro corpo quando si ascende in alta quota.

Soprattutto per queste persone - ma non solo - è opportuno effettuare alcuni controlli preventivi prima di salire in montagna.

Vediamo quali, e perché.

Leggi anche: La ricerca sul cuore ad alta quota

COSA SUCCEDE AL CUORE IN QUOTA

L’esposizione ad alta quota, cioè una quota maggiore di 2500m sul livello del mare, richiede uno sforzo da parte dell’organismo per adattarsi. Questo dipende dalla serie di modificazioni ambientali, di intensità progressiva, che si verificano all’aumentare dell’altitudine.

Dopo un periodo di tempo variabile in base alle condizioni di partenza della persona (età, sesso, indice di massa corporea, eventuali patologie, terapia farmacologica in corso ecc.) e alla quota a cui ci si espone, l’organismo raggiunge un nuovo punto di equilibrio, in cui si è “adattato” alla quota in cui si trova. Questo processo è noto come “acclimatamento”.

Nel caso di persone con pregresse patologie cardiache, vascolari o polmonari, l’esposizione ad alta quota può essere pericolosa, perché all’organismo, già indebolito dalla patologia di base, viene richiesto uno sforzo importante di adattamento.

Leggi anche: Montagna e rischi cardiovascolari

LO STUDIO DI AUXOLOGICO

Uno studio sugli effetti cardiovascolari dell’esposizione ad alta quota realizzato dal gruppo di ricerca di Auxologico in collaborazione con l’Università Milano-Bicocca, svela in particolare che l'esposizione acuta all'ipossia ipobarica causa l’irrigidimento delle grandi arterie elastiche, tra cui l’aorta.

Queste modificazioni possono influenzare negativamente il delicato rapporto tra apporto e consumo di ossigeno a livello cardiaco, con una possibile sofferenza cardiaca in alta quota in quei soggetti che già presentino qualche lesione aterosclerotica ancora asintomatica a livello del mare.

CONTROLLI PRIMA DI ANDARE IN MONTAGNA

Prima di affrontare la montagna e le piste da sci dunque, è consigliabile fare un controllo per assicurarsi che il cuore sia in perfette condizioni e non abbia nulla da temere dal freddo o dall’altitudine: la visita cardiologica.

CARDIOLOGIA IN AUXOLOGICO

L’attività di Cardiologia e di Riabilitazione Cardiologica di Auxologico, presente sia in Lombardia sia in Piemonte, offre una risposta completa e di elevata qualità per tutti i problemi del cuore. 

L'esperienza pluridecennale, la multidisciplinarietà dell'approccio, e l'utilizzo delle migliori tecnologie si coniugano con l'attività di ricerca scientifica portata avanti dai clinici e ricercatori di Auxologico per garantire l’applicazione delle strategie diagnostiche e terapeutiche più efficaci e per esplorare nuove soluzioni messe a disposizione dal progresso tecnologico.

IL CENTRO IPERTENSIONE

Il Centro Ipertensione di Auxologico, che opera a Milano, è Centro Europeo di Eccellenza per questo tipo di patologia (l’unico per la città di Milano) e basa la propria attività sulla ricerca scientifica e l'applicazione clinica di nuove conoscenze legate alle condizioni fisiopatologiche dei vari organi interessati da ipertensione, metodiche diagnostiche di recente sviluppomoderne strategie terapeutiche (farmacologiche e non-farmacologiche), educazione sanitaria del paziente e divulgazione di adeguati stili di vita.

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