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Gomito del Tennista (Epicondilite)

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 Gomito del Tennista (Epicondilite)

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Onde d'urto Visita Fisiatrica Visita Ortopedica Visita Fisiatrica per Sportivi Ecografia Muscolo-Scheletrica

A cura di

Dott. Vanni Petrachi

Responsabile U.O. Ortopedia - Auxologico Capitanio

Dott. Antonio Robecchi Majnardi

Direttore U.O. Medicina Riabilitativa - Auxologico Mosè Bianchi

Direttore U.O. Medicina Riabilitativa Ambulatoriale Lombardia

Medico Fisiatra

Cos’è L’Epicondilite (o "Gomito del Tennista")?

L’epicondilite, più nota con il nome “gomito del tennista”, è un disturbo a carico dei tendini che collegano i muscoli estensori del polso e delle dita alla parte esterna del gomito (epicondilo).

Si tratta di una tendinopatia caratterizzata da una degenerazione dei tessuti tendinei che si manifesta con dolore e talvolta gonfiore, ed è causata generalmente da movimenti ripetuti e continuativi del polso e del braccio, come appunto quelli di un tennista.


Epicondilite: i Sintomi?

Il sintomo principale dell’epicondilite è il dolore, che aumenta progressivamente di intensità nel giro di qualche giorno fino a diventare molto intenso; è localizzato nella parte esterna dell’avambraccio e può coinvolgere anche il polso e le dita delle mani, per esempio quando si stringono o si sollevano oggetti anche di piccole dimensioni o se si ruota il polso. Al dolore possono associarsi la perdita di forza dell'arto superiore e talvolta il gonfiore del gomito.


Quali le Cause? Chi è più a Rischio?

L’epicondilite è causata da un sovraccarico funzionale: movimenti ripetitivi dei muscoli estensori del polso e delle dita possono provocare lacerazioni microscopiche dei tendini che collegano questi muscoli all’articolazione del gomito.

Sono a rischio i lavoratori che devono effettuare movimenti ripetitivi del polso e delle dita (come per esempio camerieri o meccanici), chi pratica sport con attrezzi da impugnare (come tennisti, schermidori, golfisti), ma anche chi utilizza per molte ore un mouse. Alle volte si presenta anche in assenza di fattori scatenanti.

Inoltre, anche l’età è un fattore di rischio: l’epicondilite è più frequente tra i 30 e i 50 anni.


Come si cura il "gomito del tennista"?

Generalmente l’epicondilite risponde scarsamente alla terapia con antinfiammatori (FANS). Può essere utile effettuare impacchi di ghiaccio a cicli durante il giorno per ridurre il dolore.

Se il dolore non si riduce, è bene rivolgersi al proprio medico di famiglia o ad uno specialista (ortopedico, fisiatra, medico dello sport) che può diagnosticare l’epicondilite con una visita medica oppure può richiedere accertamenti, come un ecografia muscolo scheletrica oppure una risonanza magnetica per escludere altre origini del dolore.

Anche un apposito tutore, applicato per ridurre il carico di lavoro dei tendini interessati dalla patologia, può essere utile a ridurre la comparsa di dolore.


Onde d’urto extracorporee focali (ESWT)

La terapia con onde d’urto extracorporee focali (ESWT) è considerata terapia “standard” nel trattamento dell’epicondilite. A seconda dei casi però, può essere necessario fare ricorso anche alla fisioterapia, in particolare a protocolli di stretching ed esercizio eccentrico, o a terapie fisiche come ultrasuoni tecarterapia e laserterapia, eventualmente anche in associazione a un supporto nutraceutico (integratori specifici).

Se i sintomi non migliorano entro 6-12 mesi, il medico può considerare la necessità di un intervento chirurgico per "rivitalizzare" la parte danneggiata dei tendini.

Le Onde d'Urto per il Gomito del Tennista


Si può prevenire?

Per prevenire l’epicondilite è necessario evitare il sovraccarico dei tendini e dei muscoli dell’avambraccio, cercando di eliminare o ridurre le sollecitazioni dei muscoli estensori, evitando sforzi eccessivi e movimenti ripetuti. Se l’epicondilite è causata dall’attività sportiva è bene verificare con un allenatore o un istruttore che l’attrezzatura utilizzata sia appropriata e/o che non ci siano errori tecnici posturali nell’attività sportiva tale da scatenare la sintomatologia.

Può essere utile anche rinforzare la muscolatura dell’avambraccio e far precedere l’attività sportiva o lavorativa da esercizi di riscaldamento e di stretching.


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