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SLA: un aiuto per i malati dalla tecnologia

Pubblicato il 10/09/2020 - Aggiornato il 25/09/2023

TELEMEDICINA, INTELLIGENZA ARTIFICIALE E ROBOTICA 

Sempre più spesso la tecnologia offre alla medicina soluzioni “esterne” al nostro corpo per sopperire alle carenze di funzionalità dovute a traumi e patologie. Così accade anche per la SLA, in cui i pazienti usano da sempre i supporti informatici – computer, sistemi di scrittura e di linguaggio digitale – per comunicare col mondo esterno. Il fisico Stephen Hawking, per esempio, riuscì fino alla fine a comunicare, scrivere libri e persino a tenere lezioni universitarie.

La Sclerosi Laterale Amiotrofica rimane al momento una malattia incurabile che, però, più di altre si è servita dello sviluppo della moderna tecnologia per rendere la vita più accettabile ai pazienti e a quanti li assistono: la possibilità di monitorare funzioni vitali come la respirazione e la nutrizione a domicilio grazie alla telemedicina, la possibilità di dialogare attraverso il computer utilizzando gli occhi rappresentano due possibilità concrete per il paziente.

Lo sviluppo della pandemia legata al Covid-19 rappresenta un'ulteriore opportunità per sviluppare nuove strategie in risposta alle esigenze del paziente, facendo tesoro della moderna telemedicina. In una revisione apparsa sulla prestigiosa rivista “Journal of Neurological Sciences” e firmata da Susana Pinto, Stefano Quintarelli (uno dei massimi esperti di informatica in Italia) e Vincenzo Silani la moderna tecnologia informatica viene analizzata nelle sue diverse applicazioni e valutata grazie all'esperienza dei tre autori.

IL CONTRIBUTO DEL PROF. VINCENZO SILANI DI AUXOLOGICO

«La SLA nella sua drammaticità – spiega il Prof. Vincenzo Silani, professore ordinario di neurologia all’Università degli Studi di Milano, “Centro Dino Ferrari” e Direttore dell’Unità Operativa di Neurologia dell'Ospedale San Luca  – offre anche un prototipo per lo sviluppo della moderna tecnologia applicata alle malattie neurodegenerative e volta all’accudimento del paziente. La prevedibilità del decorso clinico e quindi delle necessità assistenziali dettate della SLA permette una organizzazione delle diverse modalità di monitoraggio delle funzioni vitali e di interazione con l’ambiente. Il paziente ha già imparato largamente ad utilizzare la telemedicina avendo attuato attraverso il computer  la comunicazione verbale con i suoi cari mediante utilizzo degli occhi per gestire la tastiera del computer».

LA COLLABORAZIONE DELLA DOTT.SSA SUSANA PINTO

La Dott.ssa Susana Pinto, dell’Istituto di Medicina Molecolare di Lisbona, rappresenta un'autorità internazionalmente riconosciuta per l’esperienza relativa al controllo e la riabilitazione domiciliare a distanza della respirazione e nutrizione. Aspetti vitali peraltro così critici nel paziente affetto da SLA, che necessita una continua ed attenta valutazione resa difficile in epoca Covid-19 quando la possibilità di controlli neurologici di persona si sono diradati.

Susana Pinto propone alla comunità internazionale i criteri di scelta tra una visita in presenza e una valutazione da remoto, utilizzando la telemedicina per i pazienti affetti da SLA. Spiega Susana Pinto «se nella prima visita è necessaria la presenza del paziente, come nell’affrontare le decisioni più importanti per garantire la sopravvivenza o per dettare le volontà di fine vita, per il controllo del paziente compresa la valutazione delle funzioni polmonari e lo stato nutrizionale, la moderna telemedicina offre tutta la tecnologia per una visita da remoto».

STEFANO QUINTARELLI: L'IMPORTANZA DELLA ROBOTICA E DELLA REALTÀ VIRTUALE

L’ampia visione di Stefano Quintarelli, membro del Gruppo di esperti sull’intelligenza artificiale per la Commissione UE, ha permesso di valutare l’impiego di tecnologie più avanzate quali la robotica per la visita del paziente e per la sua neuroriabilitazione nonché la realtà virtuale ed aumentata per immergere il paziente in realtà virtuali a scopo riabilitativo.

«Le tecnologie digitali aprono grandi spazi di possibilità di impiego nel trattamento della SLA: in primo luogo l’Internet of Things per la raccolta di dati e, soprattutto, l’Intelligenza Artificiale per la raccolta e analisi di informazioni e l’arricchimento delle facoltà di interazione dei pazienti – sottolinea Stefano Quintarelli. Il quadro regolamentare dovrà evolvere per consentire lo sfruttamento di queste possibilità a beneficio della ricerca e della assistenza ai pazienti».

LA U.O. DI NEUROLOGIA DEL SAN LUCA

L’Unità Operativa di Neurologia dell'Ospedale San Lucaa direzione universitaria, è sede della Scuola di Specialità di Neurologia dell’Università degli Studi di Milano e partecipa al programma MD/PhD della stessa Università.

Inoltre è sede di ricerca distaccata del Centro Dino Ferrari per la diagnosi e la terapia delle malattie neuromuscolari e neurodegenerative dellUniversità degli Studi di Milano.

L’Unità Operativa è centro di riferimento nazionale per le malattie del motoneurone (SLA e altre malattie motoneurali).