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L'importanza di riprendere la prevenzione oncologica

Pubblicato il 21/02/2022 - Aggiornato il 15/03/2023

Sono passati 2 anni dalla diagnosi dei primi casi in Italia di COVID: cosa è cambiato e che impatto ha avuto la pandemia sugli esami di screening, e in generale sulla diagnostica precoce delle malattie oncologiche? Lo abbiamo chiesto al Dott. Franco Cernigliaro, Responsabile del Dipartimento di Radiologia e Diagnostica per Immagini di Auxologico. 

Perché il Covid ha rallentato le diagnosi?

La pandemia di Coronavirus ha creato un importante ritardo nella diagnosi precoce della malattie oncologiche come il tumore della mammella, quello delle cervice uterina e del colon neoplasie oggetto di programmi di screening nazionali, ma anche ritardi nella diagnosi del tumore della prostata e del polmone.
Due fattori hanno influenzato il ritardo. 
Il primo è stato il blocco dei programmi di screening da marzo a maggio 2020 in modalità diverse nelle varie regioni, e in generale la sospensione o il rallentamento dell’attività diagnostica negli ospedali e ambulatori impegnati ad affrontare la pandemia.
Il secondo motivo è stato legato alla paura di recarsi in ambienti sanitari, erroneamente visti come luoghi più a rischio per contrarre l’iniezione.
Abbiamo dati molto significativi che certificano questa situazione che provengono dall’Osservatorio degli screening Nazionale.
La riduzione del numero di persone esaminate nei primi 5 mesi del 2021 (-35,6% cervice, -28,5% mammella, -34,3% colon retto) è piuttosto consistente per tutti e tre i programmi di screening.
Rispetto al precedente aggiornamento al dicembre 2020 (-43,4% cervice, -37,6 mammografico, -45,5% colon retto) si osserva però un contenimento dei ritardi nell'erogazione dei test di screening. La riduzione dei test erogati dipende ovviamente dalla riduzione del numero degli inviti, ma anche dalla minore partecipazione per i timori legati alla pandemia.

Tra i tre screening, quello che ha reagito meglio è quello mammografico, ma anche in questo caso si registra un aumento dei ritardi.

Cosa comporta il ritardo nelle diagnosi?

La riduzione dei test di screening, secondo lo studio sopra citato, permette di stimare che le lesioni tumorali che potrebbero subire ritardo diagnostico sono pari a 3504 lesioni CIN2+ per il tumore della cervice, 3558 carcinomi mammari, 1376 carcinomi colorettali e oltre 7763 adenomi avanzati del colon retto.    
La stima delle conseguenze cliniche sarà oggetto di studi futuri, ma è certo l’impatto negativo del ritardo diagnostico per il tumore della mammella e del colon  potrebbe essere meno rilevante per le lesioni precancerogene della crevice uterina e degli adenomi del colon.

Per il tumore della prostata e del polmone non abbiamo dati precisi, ma sicuramente ci sono stati e ci sono ritardi forse ancora più significativi.
Infatti, non essendo previsti dei programmi di screening nazionali, si lascia alla scelta individuale la possibilità di diagnosticare precocemente la malattia.
Sicuramente gli screening per il tumore polmonare che utilizzano la TC (tomografia computerizzata) hanno subito rallentamenti per via del rilevante impiego dei macchinari nella diagnostica del COVID, ma anche la diagnosi del tumore della prostata, che richiede l’utilizzo di macchine pesanti come la Risonanza Magnetica, ha subito ritardi importanti anche per la difficoltà all’accesso alla strutture ospedaliere.

Cosa ha fatto e sta facendo Auxologico?

Voglio innanzitutto ricordare lo sforzo straordinario dei nostri centri vaccinali. La strada della vaccinazione ha permesso di convivere con la malattia, e anche durante le ondate successive Auxologico ha cercato di mantenere aperte tutte le proprie sedi mantenendo alta per qualità e quantità l’offerta di esami diagnostici.

Abbiamo approntato percorsi diagnostici puliti senza mai avere dovuto gestire focolai di infezione nella diagnostiche radiologiche e tra gli operatori grazie al rigoroso rispetto delle procedure di prevenzione e sanificazione e alla sorveglianza dei sanitari.
Non meno importante, il continuo investimento in tecnologie di Auxologico che ha reso più efficienti e performanti le nostre  radiologie, come ad esempio la nuova  TC del San Luca e le nuove risonanze di Meda e Verbania.
Ma anche la formazione interna di radiologi e tecnici che ha permesso in tutte le sedi di seguire esami importanti come la Risonanza magnetica della prostata multiparametrica e della mammella.


Cosa dovrebbero fare i pazienti?

È fondamentale recuperare il ritardo non solo degli esami dì screening ma anche dì tutti gli esami di diagnostica precoce delle altre malattie oncologiche non sottoposte a programmi organizzati. Dobbiamo riprendere in mano la nostra salute potendo usufruire dì dì strutture  ambulatoriali sicure, come la rete dì Auxologico, anche per quegli esami che ci permettono di controllare patologie croniche, anch’esse trascurate durante la pandemia.

Quali sono gli esami da non rimandare?

Per il tumore al seno:

Per il tumore alla prostata:

Per il tumore ai polmoni:

  • Tac;
  • radiografia al torace.

Per la prevenzione del tumore del colon e del retto:  


Diganostica per immagini in Auxologico

Il Servizio di Diagnostica per Immagini di Auxologico effettua ogni anno oltre 350.000 esami, garantendo un servizio completo e di elevata qualità, eseguito da specialisti radiologi esperti con le strumentazioni più avanzate e performanti presenti sul mercato.
Il Servizio di Diagnostica per Immagini è in grado di soddisfare la richiesta degli esami più comuni, ma anche di prestazioni altamente specialistiche, come la Cardio TC e Cardio RM o la biopsia prostatica RM fusion.

Il servizio di Diagnostica per Immagini è presente in tutte le sedi di Auxologico, ed è a disposizione dei pazienti ricoverati e dei pazienti ambulatoriali.

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