Salta al contenuto principale

I benefici dello sport: la storia del capitano Vincenzo

Pubblicato il 22/04/2022 - Aggiornato il 23/01/2023

Vi racconto un aneddoto. È una giornata di Campionato di dicembre e sto vivendo uno dei miei momenti sportivi più difficili, mi sembra di aver toccato il fondo e vorrei smettere di giocare per sempre. Ho perso tutte le partite, con avversari sulla carta più deboli, condannando la squadra alla sconfitta. Io sono abbattuto, dispiaciuto. Perdere non è mai semplice da accettare, viverlo da capitano mi getta nello sconforto. I miei compagni che non hanno mai spesso di incitarmi, però, ridimensionano la mia percezione e mi incoraggiano a guardare l’evento come un’opportunità: - concentrati sul meglio che hai fatto oggi, mi dicono, ma anche su quello che hai fatto peggio o non hai messo in campo per poter migliorare la prossima volta - . Non ho dormito per svariate notti ripensando a quanto successo ma ho fatto tesoro di quelle parole e da poco ho avuto la mia rivincita battendo gli stessi avversari nella partita di ritorno. È vero che è sempre difficile ricominciare, ma da una sconfitta bisogna provare a rinascere più forti di prima.

Vincenzo è un capitano, sul campo e nella vita. Da quando era bambino gioca a tennistavolo, una passione nata ai Giochi della Gioventù quando ancora abitava a Cittanova in Calabria e gareggiava con gli amici. A 18 anni inizia a praticare a livello agonistico. Sono gli anni dell’università e partecipa ai primi campionati regionali raccogliendo i primi successi. Quando si trasferisce a Milano per lavoro entra a far parte del movimento pongistico più importante in Italia, quello lombardo. Sugli 8.000 tesserati di tutto il paese, Vincenzo rientra tra i primi 1.000 per capacità sportive ma nel 2010 ha un incidente alla spalla che lo obbliga a fermarsi per quasi 10 lunghi anni. 

Lo sport del tennistavolo è diverso dal ping pong che è un gioco che tutti conoscono e si pratica per divertimento. Il tennistavolo è uno sport olimpico che non può prescindere da materiali tecnici, una racchetta con telaio realizzato con legni specifici, gomme con caratteristiche diverse per attaccanti e per difensori. In Italia il movimento è in ascesa anche se non ha le stesse dimensioni che in Germania, nei Paesi nordici o, soprattutto, nei Paesi asiatici dove ha la stessa popolarità che da noi ha il calcio. Richiede una buona preparazione fisica perché è fatto di movimenti brevi e veloci. C’è molta tecnica ma anche tanta forza mentale. Le partite possono essere lunghe e faticose, con grande dispendio di energie non solo fisiche. A proposito del suo tratto psicologico, è simile al tennis: si gioca sempre contro l’avversario ma anche contro sé stessi. 

È un po’ una metafora della vita - racconta Vincenzo - mi ha regalato tante soddisfazioni e mi ha aiutato a far bene anche fuori dalle palestre e nel mondo del lavoro perché la grinta, l’entusiasmo, la passione che si mettono nelle partite o nei tornei, condite con la possibilità di perdere o di vincere, aiutano anche nella quotidianità delle piccole e grandi cose e nel gestire i rapporti con le persone e con i colleghi. 

10 anni lontano dalla racchetta sono tanti ma Vincenzo non smette mai di allenarsi. Con il calcio amatoriale e con la corsa dove scopre il fascino delle maratone, ma si fa ancora male e nel 2017 incontra per la prima volta il Dott. Antonio Robecchi Majnardi, fisiatra dell’équipe di Riabilitazione Neuromotoria di Auxologico. «Uno sportivo come me», ricorda Vincenzo, «è scattata subito la fiducia». 

All’inizio ho seguito un ciclo di fisioterapia, con il trattamento di tecarterapia. È andata così bene che i miei compagni di squadra, a fine 2019, mi hanno richiamato a giocare con loro a livello agonistico. Non sentivo più male alla spalla ma dopo un periodo di allenamenti intensi il Dott. Robecchi mi ha diagnosticato una epicondilite - comunemente chiamata gomito del tennista - che non solo mi impediva di allenarmi ma rendeva difficile la vita quotidiana perché facevo fatica anche a stringere un bicchiere. Nel frattempo mi tenevo in forma correndo, ma ho commesso l’errore di intensificare oltremodo l’allenamento e pochi mesi dopo mi sono ritrovato con una epicondilite peggiorata, più una tendinite alla caviglia destra che mi limitava nei movimenti, rendendo faticoso anche fare i gradini della scala di casa. Così, in accordo con il Dott. Robecchi e insieme al Dott. Andrea Di Luzio e al Dott. Salvatore Sorce ho seguito una terapia con le onde d’urto su gomito e caviglia per circa 3 mesi. 

Nel marzo del 2021 finalmente Vincenzo torna ad allenarsi con serenità e da settembre 2021 ricomincia a giocare con continuità, partecipando al campionato di tennistavolo di serie C2 regionale. «A maggio e giugno mi aspettano gli appuntamenti più importanti dell’anno, ai quali mi presenterò in ottima forma insieme con gli inseparabili amici e compagni di squadra. Oltre all’aspetto sportivo percepisco una grande conquista sociale: afferrare gli oggetti, abbracciare mia moglie che mi ha sempre sostenuto e mi ha dato la forza per superare i momenti più difficili, prendere in braccio i miei figli senza stringere i denti, guidare, correre. Sentirsi protagonista in uno sport aiuta a stare meglio ma penso che riconquistare la naturalezza con cui si fanno i gesti quotidiani sia qualcosa di meraviglioso».

Se gli chiediamo cosa direbbe a una persona che ha bisogno di essere convinta a fare sport risponde:

fare sport da soli aiuta a superare i propri limiti. Farlo con altre persone aiuta a capire quali siano realmente limiti e certezze di ognuno di noi, perché il confronto con l’altro, compagno o avversario, è fondamentale per crescere, migliorarsi e per imparare. Lo sport aiuta perché genera passione, entusiasmo, voglia di ricominciare, volontà di definire e raggiungere degli obiettivi. Il goal, il punto spettacolare, il traguardo raggiunto è una metafora della vita in cui ognuno di noi insegue un sogno che vorrebbe veder realizzato. E poi il benessere fisico, in cui credo molto, diventa benessere mentale. Serve ad alzarsi la mattina con una sensazione di positività e con la fiducia che oggi sarà una bella giornata.