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Il Nucleo Intensivo di Auxologico Roma Buon Pastore

Pubblicato il 03/03/2022 - Aggiornato il 27/12/2022

Il Nucleo Intensivo ospita pazienti in "stato vegetativo", persone in uno stato di non coscienza che dipendono dagli operatori sanitari per tutte le cure. La Dott.ssa Giorgia Leone, insieme alla sua équipe, si prende cura di loro e delle loro famiglie.

Con i pazienti in stato vegetativo si crea un legame molto profondo, dipendono completamente da noi. Ci occupiamo dell’assistenza sanitaria ma facciamo sempre di più: a volte è una carezza, a volte uno sguardo. Stiamo attenti al tono di voce, parliamo in modo affettuoso. E ci viene naturale, non abbiamo bisogno di fingere perché la loro condizione ci induce a comportarci così. Quando però ci soffermiamo a pensare alle vite che queste persone avevano prima è chiaro che sale una grande sofferenza, soprattutto per le famiglie e il loro dolore.

La Dott.ssa Giorgia Leone, Responsabile del Nucleo Intensivo di Auxologico Roma Buon Pastore - ex Casa di Cura Ancelle Francescane del Buon Pastore e acquisita nel 2020 da Auxologico - ama studiare, indagare, approfondire. Da neurologa si è avvicinata al reparto nel 2016, come consulente, e poi nel luglio del 2021 ne ha assunto il coordinamento. Da poco ha deciso di iscriversi a un master in Neuropsicologia clinica: vuole che la sua formazione vada oltre il sistema nervoso centrale in quanto tale, ma si arricchisca di un approccio socioculturale alle patologie del cervello, per avere una visione più ampia sul tema.

Alcune delle condizioni cliniche tipiche dei pazienti di cui si occupa la Dott.ssa Leone sono le gravi cerebrolesioni acquisite, che possono verificarsi anche in persone giovani dopo un trauma cranico o un arresto cardiocircolatorio. Poi ci sono le malattie neurologiche terminali, come il caso del Parkinson demenza in fase terminale. La sindrome MERRF, una malattia mitocondriale genetica. Tetraparesi gravi (debolezza muscolare degli arti), persone affette da SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica). E ancora condizioni di cerebrolesioni dalla nascita: si tratta di pazienti che non possono più essere curate a casa dopo la tracheostomia, necessaria per favorire il corretto respiro.

Cosa vuol dire Nucleo Intensivo? La prima immagine è quella di persone “allettate” (a letto) che non sono più coscienti. “In un Nucleo come questo i pazienti dipendono dall’assistenza per tutte le funzioni, anche di base. Respirano attraverso una cannula tracheostomica. Hanno la sonda PEG, quindi mangiano attraverso un mezzo esterno” dice la Dott.ssa Leone, che spiega che lo stato vegetativo è l’esito di un evento che si è concluso, una compromissione clinica che è arrivata al termine. Non rappresenta una malattia o uno stato patologico. Perciò i pazienti si trovano in uno stato definitivo che però non è più rapportabile alla vita precedente.


Non sono così rispetto a prima. Loro oggi sono così e basta. Ci rapportiamo a loro per come sono ora. Noi partecipiamo al mantenimento delle condizioni migliori possibili, che non si esauriscono con la somministrazione delle medicine necessarie. Essere presenti e trattarle come persone è importante: accendiamo loro la televisione, fanno le videochiamate con i parenti. Comunichiamo con forme diverse, un esempio è la Comunicazione Aumentativa che usa strategie e tecniche diverse. Usiamo tavole e immagini. Con i fisioterapisti, i logopedisti, i terapisti occupazionali, le educatrici, gli infermieri e gli operatori socio sanitari conduciamo un lavoro costante di interazione e stimolazione sensoriale. Il mio team di lavoro, costituito da veri professionisti a partire dal coordinatore infermieristico Dott. Daniele Lupino, si dedica ai pazienti con grande cura e attenzione e li ringrazio per tutta l'energia che mettono in ogni gesto, ogni giorno.

Ludovica, la figlia di otto anni della Dott.ssa Leone, la chiama "il dottore del cervello” e si tratta di una caratteristica che non è mai cambiata nel suo percorso. Nessuno l’ha ispirata, è il primo medico in famiglia e la Neurologia è sempre stata la sua passione. Gli anni dell’Università sono stati i più belli e il Prof. Giorgio Bernardi, neuroscienziato e Direttore della Clinica Neurologica dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata, è tra le persone che più l’ha influenzata. Le ha insegnato che quando si ha una persona davanti la cosa più importante è osservare, capire, dare informazioni. Non ci può essere esame strumentale o di laboratorio che possa avere precedenza rispetto all’interazione durante una visita, soprattutto la prima. “La parte più bella del nostro lavoro. Il resto è tutto una conseguenza di quel momento”, aggiunge.

Scegliere il campo di lavoro in base alle proprie predisposizioni è un grande privilegio. Nei prossimi anni desidero continuare ad applicare ciò che ho imparato e che continuo ad apprendere, in contesti in cui mi sento coinvolta e vicina, come in quello in cui mi trovo adesso.