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Embolia Polmonare

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A cura di

Dott.ssa Claudia Baratto

Cardiologa presso Centro Dispnea ed Ipertensione Polmonare e Unità Operativa di Diagnostica Integrata Cardiovascolare di Auxologico San Luca

Prof. Sergio Caravita

Responsabile del Centro Dispnea e Ipertensione Polmonare di Auxologico

L’embolia polmonare può essere acuta o cronica.

Embolia polmonare acuta: cos'è

L’embolia polmonare acuta è una condizione in cui un coagulo di sangue (trombo), spesso proveniente dalle vene profonde delle gambe o del bacino, arriva improvvisamente ai polmoni e blocca una o più arterie polmonari. Questo ostacolo impedisce al sangue di circolare correttamente nei polmoni, e può causare un improvviso calo dell’ossigenazione e uno scompenso cardiocircolatorio per sovraccarico del cuore destro.

Nelle forme lievi, i sintomi possono essere: 

  • affanno durante sforzi leggeri o anche a riposo;
  • dolore al petto;
  • tosse;
  • aumento del battito cardiaco.

Nelle forme più gravi, può comparire un’improvvisa intensa dispnea, pressione bassa o perdita di coscienza, rendendo la situazione potenzialmente letale.

La diagnosi viene fatta generalmente in regime di urgenza (pronto soccorso) e richiede esami specifici come TAC del torace con contrasto o ecografia delle gambe.

Il trattamento mira a sciogliere o bloccare la crescita del coagulo tramite farmaci anticoagulanti; nei casi più critici si può ricorrere alla trombolisi (farmaci che dissolvono rapidamente il trombo) o a interventi meccanici per rimuoverlo. Con una gestione tempestiva, molte persone guariscono completamente.


Embolia polmonare cronica ed ipertensione polmonare cronica tromboembolica (CTEPH)

Quando un’embolia polmonare non si risolve completamente o quando più episodi si ripetono nel tempo, possono formarsi nel sistema vascolare polmonare delle cicatrici fibrose e ispessimenti permanenti. Questi residui fibrotici ostruiscono alcuni rami delle arterie polmonari, generando una embolia polmonare cronica.

In alcuni pazienti, queste alterazioni provocano un aumento persistente della pressione all’interno delle arterie polmonari, condizione chiamata ipertensione polmonare tromboembolica cronica (CTEPH). È una complicanza rara ma grave, e rappresenta la forma più importante e strutturata di embolia polmonare cronica.

Come si sviluppa l’ipertensione polmonare tromboembolica cronica

Dopo un episodio acuto, la maggior parte dei coaguli si dissolve nel giro di settimane o mesi grazie ai farmaci anticoagulanti e ai naturali meccanismi del corpo. In un piccolo numero di persone, però, il trombo si organizza in tessuto fibroso cicatriziale duro, che aderisce alle pareti delle arterie, rendendole rigide e strette, con maggiore difficoltà all’afflusso di sangue. Il flusso sanguigno diventa più difficile e il cuore destro deve sforzarsi per spingere il sangue nei polmoni. Col tempo, questo sovraccarico può portare a insufficienza cardiaca destra.

È importante sapere che l’ipertensione polmonare tromboembolica cronica può svilupparsi anche in assenza di precedenti episodi di embolia polmonare.


Sintomi tipici

La progressione è lenta e i disturbi compaiono gradualmente, spesso dopo mesi dall’episodio di embolia polmonare acuta, o anche in assenza di precedenti eventi acuti. I sintomi più comuni sono:

  • Affanno da sforzo (anche per sforzi leggeri);
  • Affaticamento generale e ridotta tolleranza allo sforzo;
  • Palpitazioni;
  • Gonfiore a gambe e caviglie (segno di sofferenza del cuore destro).

Questi sintomi possono essere scambiati per altre malattie respiratorie o cardiache, rendendo la diagnosi spesso tardiva.


Diagnosi e trattamento

Per individuare l’ipertensione polmonare tromboembolica cronica è fondamentale riconoscere una persistenza dei sintomi dopo un’embolia polmonare. Gli esami includono:

La terapia è altamente specializzata e personalizzata (sulla base delle caratteristiche dell’ostruzione delle arterie polmonari):

  • Intervento chirurgico: rimuove materialmente le ostruzioni ed è curativo nei casi operabili;
  • Angioplastica polmonare: alternativa nei pazienti in cui non viene indicata la chirurgia;
  • Farmaci specifici per l’ipertensione polmonare, quando residuano pressioni elevate o non è possibile intervenire meccanicamente.

Con un percorso appropriato, molti pazienti migliorano significativamente la qualità e l’aspettativa di vita.

Il Centro Ricerche Dispnea e Ipertensione Polmonare


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