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Biopsia dei Linfonodi

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Pubblicato il 16/05/2025 - Aggiornato il 14/07/2025

Scopri quando si esegue la biopsia dei linfonodi (o "biopsia linfonodale"), come funziona, i tipi di prelievo, i rischi, la preparazione e i tempi per ottenere il referto.

Prof. Gianlorenzo Dionigi

Direttore U.O. Chirurgia Generale, Capitanio Auxologico IRCCS

I linfonodi sono piccoli organi del sistema linfatico, fondamentali per la difesa immunitaria dell’organismo. Partecipano attivamente alla risposta contro infezioni, infiammazioni e alla sorveglianza tumorale.

In presenza di linfonodi ingrossati, duri o persistenti, può essere necessario eseguire una biopsia dei linfonodi per chiarire la natura della loro alterazione.


Cosa sono i linfonodi e perché si esegue una biopsia

I linfonodi possono aumentare di volume per molteplici cause, tra cui:

  • Infezioni (batteriche, virali o fungine);
  • Malattie infiammatorie sistemiche;
  • Reazioni immunitarie;
  • Patologie tumorali, come linfomi o metastasi.

Quando l’ingrossamento linfonodale persiste per più di 3-4 settimane, presenta caratteristiche anomale (consistenza aumentata, crescita rapida, aderenza ai tessuti) o si associa a sintomi sistemici (febbre, sudorazioni notturne, calo ponderale), è indicato procedere con una biopsia dei linfonodi per ottenere una diagnosi certa.

I linfonodi


Cos’è la biopsia dei linfonodi (o "linfonodale")

La biopsia dei linfonodi è una procedura diagnostica che prevede il prelievo di una porzione o dell’intero linfonodo sospetto, al fine di esaminarlo al microscopio.
L’obiettivo è determinare se l’alterazione è dovuta a un processo infiammatorio, infettivo o neoplastico.


L’importanza della valutazione dell'Ematologo

Prima della biopsia linfonodale

La valutazione da parte di uno specialista ematologo è fondamentale già nella fase preliminare, per diversi motivi:

  • Inquadramento diagnostico: l’ematologo valuta i sintomi, la storia clinica e i risultati degli esami di laboratorio e strumentali (come emocromo, esami di funzionalità d’organo, ecografie o TAC), identificando i casi in cui la biopsia linfonodale è realmente necessaria. Questo aiuta a escludere altre cause di linfoadenopatia e a indirizzare il paziente verso il percorso diagnostico più appropriato.
     
  • Scelta della sede e del tipo di biopsia: lo specialista individua il linfonodo più idoneo da biopsiare, spesso quello più rappresentativo della malattia, e suggerisce la tecnica più adeguata (agoaspirato, core biopsy o biopsia escissionale), in base alle caratteristiche cliniche e radiologiche.
     
  • Preparazione del paziente: l’ematologo verifica la presenza di eventuali controindicazioni alla procedura (ad esempio alterazioni della coagulazione, terapie anticoagulanti o antiaggreganti), prescrivendo eventuali esami aggiuntivi o modifiche terapeutiche per garantire la massima sicurezza.

Dopo la biopsia linfonodale

Il ruolo dell’ematologo prosegue anche nella fase successiva:

  • Interpretazione dei risultati: l’ematologo analizza l’esito dell’esame istologico e degli eventuali test molecolari o genetici sul tessuto prelevato, integrandoli con il quadro clinico e laboratoristico per arrivare a una diagnosi precisa;
     
  • Stadiazione e pianificazione terapeutica: in caso di diagnosi di patologia ematologica (ad esempio linfoma o leucemia), lo specialista esegue gli accertamenti necessari per la stadiazione della malattia e definisce, insieme ad altri specialisti, il percorso terapeutico più adatto per il paziente;
     
  • Follow-up e monitoraggio: l’ematologo segue il paziente nel tempo, monitorando la risposta alle terapie e l’eventuale insorgenza di complicanze o recidive, adattando il trattamento alle necessità individuali.

La consulenza ematologica prima e dopo la biopsia linfonodale assicura un percorso diagnostico-terapeutico personalizzato, riduce il rischio di errori, ottimizza i tempi e migliora la prognosi del paziente. Il coinvolgimento dello specialista è fondamentale per garantire la massima accuratezza nella diagnosi e nella gestione delle patologie linfonodali, soprattutto in presenza di sospetto linfoma o altre malattie ematologiche.

Ematologia in Auxologico


Quando è indicata la biopsia dei linfonodi

La biopsia viene indicata in caso di:

  • Linfoadenopatie persistenti (oltre 3-4 settimane);
  • Caratteristiche cliniche sospette del linfonodo (dimensioni, durezza, fissità);
  • Presenza di sintomi sistemici associati;
  • Sospetto di linfoma, metastasi da tumori solidi o altre neoplasie;
  • Necessità di classificazione istologica in fase di stadiazione oncologica.

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Come prepararsi alla biopsia dei linfonodi

Agoaspirato e core biopsy

  • Non è necessario il digiuno
  • Non occorre sospendere i farmaci abituali, salvo diversa indicazione

Biopsia escissionale

  • Può essere richiesto il digiuno di 6-8 ore
  • È spesso necessario sospendere terapie anticoagulanti o antiaggreganti (aspirina, warfarin, DOAC)
  • È opportuno informare il medico su eventuali allergie, patologie pregresse o farmaci in uso

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Come si svolge la procedura

Biopsie con ago (agoaspirato o core biopsy)

  • Si eseguono in ambulatorio con anestesia locale;
  • Durano pochi minuti;
  • Non comportano incisioni;
  • Non richiedono ricovero.

Biopsia chirurgica (escissionale)

  • Può essere eseguita in anestesia locale o generale, a seconda della sede;
  • Prevede una piccola incisione e l’asportazione completa del linfonodo;
  • Si effettua in day hospital o con breve ricovero.

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Dopo l’esame

Dopo agoaspirato o core biopsy

  • È possibile tornare subito a casa;
  • Si raccomanda di evitare sforzi per qualche ora;
  • Un piccolo cerotto compressivo sarà applicato sul sito di prelievo.

Dopo biopsia escissionale

  • Potrebbe essere necessario un breve periodo di riposo;
  • La ferita chirurgica sarà controllata periodicamente;
  • I punti di sutura vengono generalmente rimossi dopo 7-10 giorni.

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Rischi e complicanze

La biopsia dei linfonodi è generalmente una procedura sicura e ben tollerata. Possibili effetti indesiderati includono:

  • Dolore localizzato o fastidio;
  • Ecchimosi o ematomi;
  • Infezioni locali (rare);
  • Sanguinamento (in caso di disturbi della coagulazione o uso di anticoagulanti).

Le complicanze gravi sono molto rare, soprattutto se l’esame è eseguito in ambito ospedaliero e da personale esperto.


Quando arriva il risultato

  • Agoaspirato: i risultati sono disponibili in 3-5 giorni lavorativi
  • Biopsia chirurgica: richiede 5-10 giorni
  • In presenza di esami istologici complessi, colorazioni speciali o studio molecolare, i tempi possono allungarsi

Il referto anatomopatologico viene poi analizzato dal medico curante o dallo specialista per decidere i successivi passi diagnostici o terapeutici.

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Si rimuove tutto il Linfonodo o solo una parte?

La biopsia linfonodale può prevedere sia la rimozione completa del linfonodo sia il prelievo di una sola parte, a seconda della tecnica utilizzata e delle indicazioni cliniche.

Tipi di Biopsia Linfonodale

  • Agoaspirato linfonodale (FNA): Si preleva solo un piccolo campione di cellule dal linfonodo tramite un ago sottile. Non viene rimosso il linfonodo intero;
  • Core biopsy: Si preleva un piccolo cilindro di tessuto linfonodale con un ago più spesso. Anche in questo caso, il linfonodo resta in sede e si analizza solo una parte;
  • Biopsia escissionale: Si rimuove chirurgicamente tutto il linfonodo sospetto. Questa tecnica viene scelta quando serve un campione più ampio o quando è necessario esaminare l’intera struttura linfonodale per una diagnosi più precisa.

Quando si sceglie una tecnica o l’altra?

  • Se serve una diagnosi rapida e poco invasiva, si preferisce il prelievo parziale (agoaspirato o core biopsy);
     
  • Se il risultato dei prelievi parziali non è sufficiente o se si sospettano patologie che richiedono una valutazione più approfondita (come linfomi), si opta per la rimozione completa del linfonodo (biopsia escissionale).

Nella biopsia linfonodale si può prelevare solo una parte del linfonodo oppure rimuoverlo completamente, a seconda della situazione clinica e della tecnica scelta.


Biopsia Linfonodi: domande frequenti

  • Che cosa sono i linfonodi? Sono piccoli organi del sistema linfatico che svolgono un ruolo importante nella difesa immunitaria dell’organismo.
     
  • Quando è necessario eseguire una biopsia dei linfonodi? La biopsia viene richiesta quando un linfonodo è ingrossato, duro, persistente o presenta caratteristiche anomale, oppure se si associano sintomi come febbre, sudorazioni notturne o calo di peso.
     
  • Che cos’è la biopsia dei linfonodi? È una procedura diagnostica che consiste nel prelievo di una parte o dell’intero linfonodo sospetto per analizzarlo al microscopio e chiarire la natura dell’alterazione.
     
  • Quali sono i principali tipi di biopsia dei linfonodi? Agoaspirato linfonodale (prelievo di cellule con un ago sottile), core biopsy (prelievo di piccoli cilindri di tessuto con un ago più spesso), biopsia escissionale (asportazione chirurgica completa del linfonodo).
     
  • Come si sceglie il tipo di biopsia da eseguire? La scelta dipende dalla sede del linfonodo, dal sospetto diagnostico e dalle condizioni cliniche del paziente.
     
  • La biopsia dei linfonodi è dolorosa? No, la procedura viene eseguita con anestesia locale e provoca solo un disagio minimo. La biopsia chirurgica può causare un lieve dolore post-operatorio, facilmente controllabile.
     
  • Serve il digiuno prima della biopsia? Per agoaspirato e core biopsy non è necessario il digiuno. Per la biopsia escissionale può essere richiesto il digiuno di alcune ore.
     
  • Devo sospendere i farmaci prima della biopsia? Di solito si continuano i farmaci abituali, ma è importante informare il medico se si assumono anticoagulanti o antiaggreganti.
     
  • Quanto dura la procedura? Le biopsie con ago durano pochi minuti; la biopsia escissionale può richiedere più tempo, a seconda della sede.
     
  • La biopsia dei linfonodi richiede il ricovero? Agoaspirato e core biopsy si eseguono in ambulatorio senza ricovero. La biopsia escissionale può richiedere un breve ricovero o essere eseguita in day hospital.
     
  • Cosa succede dopo la biopsia? Dopo agoaspirato o core biopsy si può tornare subito a casa, evitando sforzi per qualche ora. Dopo biopsia escissionale, può essere necessario un breve periodo di riposo.
     
  • Quali sono i rischi e le complicanze della biopsia? La procedura è generalmente sicura. Possibili effetti indesiderati includono dolore locale, ecchimosi, ematomi, infezioni o sanguinamento, ma sono rari.
     
  • Quando arrivano i risultati della biopsia? I risultati dell’agoaspirato sono disponibili in pochi giorni; quelli della biopsia chirurgica in circa una settimana, salvo esami aggiuntivi.
     
  • Il risultato della biopsia è sempre certo? Il referto fornisce informazioni fondamentali, ma talvolta possono essere necessari ulteriori esami per una diagnosi definitiva.
     
  • Si può guidare dopo la biopsia? Sì, se non è stata eseguita una sedazione profonda o anestesia generale. Dopo una biopsia chirurgica, è preferibile farsi accompagnare.
     
  • Si può lavorare dopo la biopsia? Dopo una biopsia con ago si può riprendere l’attività lavorativa già il giorno stesso o quello successivo. Dopo una biopsia chirurgica, si consiglia 1-2 giorni di riposo.
     
  • La biopsia dei linfonodi è sicura? Sì, è una procedura a basso rischio, soprattutto se eseguita in ambito ospedaliero e da personale esperto.
     
  • Il materiale prelevato viene sempre analizzato istologicamente? Sì, il tessuto viene sempre esaminato per determinare la causa dell’alterazione linfonodale.
     
  • In quali casi la biopsia dei linfonodi è fondamentale? È fondamentale per la diagnosi di linfomi, metastasi da tumori solidi o per chiarire la natura di linfoadenopatie persistenti e sospette.
     
  • Cosa fare in caso di complicanze dopo la biopsia? In caso di dolore intenso, sanguinamento, febbre o altri sintomi anomali, è importante contattare subito il medico o la struttura dove è stato eseguito l’esame.

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