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Legame tra frequenza cardiaca e mortalità cardiovascolare

Pubblicato il 26/02/2018 - Aggiornato il 11/03/2019

La frequenza cardiaca (FC) è un predittore di mortalità cardiovascolare, cerebrovascolare e di tutte le cause di decesso nella popolazione generale, così come nei pazienti con malattie cardiovascolari e cerebrovascolari.

Abbiamo mirato a riassumere le attuali conoscenze sull'influenza della frequenza cardiaca sulla morbilità e mortalità cardio e cerebrovascolari.

La relazione tra aumento della FC, mortalità e mortalità cardiovascolare e cerebrovascolare è stata riportata in un ampio numero di studi. Questa connessione è generalmente più forte negli uomini che nelle donne.

L'aumento della HR di solito si verifica in parallelo con l'aumento della pressione sanguigna e disturbi metabolici (insulino-resistenza, dislipidemia). Tuttavia, anche dopo aggiustamento per i più importanti fattori di rischio cardiovascolare, la FC è rimasta un predittore indipendente di eventi avversi nella popolazione globale o in pazienti con malattie cardiovascolari e cerebrovascolari.

In questa estesa revisione critica della letteratura disponibile sull’argomento, risultato della collaborazione tra Università Bicocca di Milano, Università di Berlino ed Istituto Auxologico Italiano (Centro Ricerche Cliniche di Meda), è emerso che la HR ha un importante effetto negativo sulla morbilità e mortalità cardiovascolare e cerebrovascolare.

Le future indagini longitudinali dovrebbero meglio chiarire il ruolo della FC nel determinismo degli eventi cardiovascolari e il potenziale beneficio della riduzione della FC per la prevenzione primaria e secondaria negli eventi cardiovascolari e cerebrovascolari.

In termini pratici la ricerca scientifica ha di fronte un nuovo importante compito: indagare quali possano essere i livelli ottimali della FC associati ad una minore probabilità di incorrere in malattie cardiovascolari.

Heart rate as a predictor of cardiovascular risk.
Tadic M, Cuspidi C, Grassi G.
Eur J Clin Invest. 2018 Mar;48(3)

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