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Covid-19: una nuova sfida per i giovani neurologi

Pubblicato il 18/05/2020 - Aggiornato il 22/01/2021

Come ormai evidenziato da numerose ricerche, l’infezione da Covid-19 può avere conseguenze sia sul cervello che sul sistema nervoso periferico: i sintomi più noti, di cui tutti abbiamo sentito parlare, sono ad esempio la perdita del gusto e dell’olfatto. Segni che indicano appunto un interessamento del sistema nervoso. Ma sono stati segnalati fenomeni anche più gravi come ictus, encefaliti, dolori e stanchezza muscolare molto intensi.  

Per questo, un gruppo di giovani medici della Scuola di Specialità in Neurologia dell’Università di Milano diretta dal prof. Vincenzo Silani, che si sono offerti volontariamente per curare i pazienti durante l'emergenza nell'Ospedale San Luca di Auxologico, ha voluto scrivere una Letter alla rivista internazionale Neurological Science che rappresenta un'importante testimonianza del fatto che le nuove generazioni di neurologi saranno pronti ad affrontare operativamente le eventuali espressioni di neurologica clinica del Covid-19.

La Dott.ssa Narghes Calcagno, autrice della Letter con altri 6 specializzandi in formazione presso Auxologico, dopo un lungo periodo di studio presso la Harvard Medical School di Boston ha deciso di ritornare in Italia e iniziare qui il periodo formativo clinico affidato alla neurologia dell’Irccs Istituto Auxologico Italiano.

Scrivono nella Letter:

«La consapevolezza che il Covid-19 può avere un’espressione neurologica deve essere condivisa dal mondo neurologico, e le nuove generazioni di specializzandi sono chiamate ad affrontare un'inedita patologia – afferma Narghes Calcagno – che ci preannuncia un nuovo mondo anche dal punto di vista sanitario. Molti di noi si sono tra l’altro offerti volontariamente per assistere i pazienti affetti da Covid-19 anche nei primi anni di formazione in Scuola di specialità per vivere in prima persona questa tremenda esperienza».

I POSSIBILI DANNI DEL COVID SUL SISTEMA NERVOSO

Ciò che i neurologi sospettano è che il Coronavirus, in alcuni casi complicati, non esaurisca il suo danno nella malattia acuta, ma possa invece avere conseguenze sul sistema nervoso a distanza di tempo, come del resto capita anche con altre tipologie di virus.

«La patologia cerebrovascolare nel Covid-19 – aggiunge Vincenzo Silani – come la patologia del nervo periferico deve essere reinterpretata, e vi è una reale possibilità che i pazienti affetti da Covid-19 debbano essere seguiti nel tempo per escludere la possibilità di complicanze tardive, in particolare di malattie neurodegenerative. I pazienti riferiscono spesso mialgie ed anche il muscolo scheletrico potrebbe rivelare qualche sorpresa nel corso del tempo».

«Ho chiesto agli specializzandi in Auxologico di redigere la Letter – spiega ancora Vincenzo Silani, – per testimoniare il loro interessamento per questa nuova neurologia che forse ci accompagnerà negli anni, legata a pandemie con nuovi agenti virali e all'interessamento su più organi, compreso il sistema nervoso. La maggiore soddisfazione personale rimane – conclude  Vincenzo Silani -  constatare l’impegno delle nuove generazioni di specializzandi in neurologia che hanno rapidamente captato l’interesse di questa nuova pagina della medicina e si sono apprestati ad affrontarla con giovanile determinazione».

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Articolo del 18/05/2020, revisionato il 02/07/2020.