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Trattamento emicrania con anticorpi monoclonali

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Pubblicato il 21/09/2020 - Aggiornato il 15/12/2021

Queste informazioni non sostituiscono in alcun modo il colloquio con il tuo medico di fiducia.

Dott. Stefano Messina

Responsabile Centro Cefalee - U.O. Neurologia - Auxologico San Luca

Che cos'è l'emicrania?

Il termine Emicrania significa letteralmente “metà cranio” e fa riferimento alla lateralizzazione del dolore - vale a dire il situarsi in posizione laterale.

In realtà l’emicrania non è solo mal di testa, ma è una sindrome neurologica complessa, ricorrente, multiforme e causata da più fattori differenti. Insieme alla cefalea a grappolo e alla cefalea di tipo tensivol’emicrania appartiene al capitolo delle cefalee primarie.

L’emicrania rappresenta la prima causa di disabilità al mondo nella fascia giovane della popolazione, perché influisce in maniera negativa e severa sulle attività quotidiane di chi ne soffre. Sono in molti a soffrire di emicrania: colpisce il 12% della popolazione italiana, circa 7-8 milioni di persone. Colpisce in prevalenza le donne, con un rapporto donne/uomini pari a 3:1.


Gli anticorpi monoclonali nel trattamento dell'emicrania

Lo sviluppo di una terapia efficace per la cura di una malattia passa attraverso la comprensione, da parte di medici e ricercatori, del meccanismo eziopatogenetico alla base della malattia stessa. Si tratta, in parole semplici, di capire come una malattia si manifesta e si diffonde nel corpo umano. Per molto tempo, purtroppo, l’emicrania è rimasta in tal senso una perfetta sconosciuta.

In questi ultimi anni è stato fatto un importante passo avanti poiché è stata individuata una sostanza, chiamata CGRP, che aumenta nel sangue dei soggetti in corso di crisi emicranica e che è in gran parte responsabile della fase dolorosa.

Si è pertanto ipotizzato che la produzione di un agente in grado di bloccare l’azione del CGRP potesse costituire la più logica ed efficace evoluzione terapeutica. Gli anticorpi monoclonali sono il risultato di questa intuizione e rappresentano un vero e proprio punto di svolta nella terapia dell’emicrania. 

Quando e come si somministrano?

Gli anticorpi monoclonali non sono un prodotto da assumere quando insorge un attacco acuto di cefalea, bensì di una terapia di profilassi, ossia mirata a ridurre frequenza, intensità e durata degli attacchi emicranici nel corso del tempo.

Per tale motivo la loro somministrazione è mensile (ogni 28 giorni per la precisione) e la dose si inietta sottocute (ad esempio nella coscia) tramite una siringa preriempita di facile utilizzo che consente anche al paziente di autoiniettarsi il farmaco.  

Sicurezza e tollerabilità del farmaco

Il punto di forza di questi farmaci risiede soprattutto nella loro efficacia associata alla rapidità di azione e a elevati livelli di sicurezza e tollerabilità.

Il 60% dei pazienti, infatti, mostra una riduzione media del 50% dei giorni mensili di emicrania già a partire dal mese successivo alla prima somministrazione e non sono stati riportati ad oggi gravi eventi avversi.

Ad oggi esiste comunque una percentuale di pazienti che non risponde al trattamento (probabilmente in questi pazienti il meccanismo eziopatogenetico che induce l’attacco emicranico è diverso da quello sostenuto dal CGRP).

L’erogabilità del farmaco tramite il SSN è subordinata a una serie di norme restrittive e criteri di selezione, imposti dall’AIFA, che il medico prescrittore deve rispettare rigorosamente in sede ambulatoriale durante il processo decisionale terapeutico.


Il Centro Cefalee di Auxologico

Il Centro Cefalea di Auxologico consente di intraprendere terapie personalizzate, sia di prevenzione, sia di effettivo trattamento del dolore, grazie alla presenza di un gruppo di medici con competenze multidisciplinari (neurologi, neurofisiologi, neuropsicologi), in grado di consigliare a ciascun paziente il percorso terapeutico più appropriato per il tipo di cefalea che lo affligge.

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