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Smartworking e tecnologia: amici o nemici?

Pubblicato il 10/11/2020 - Aggiornato il 25/01/2022

Queste informazioni non sostituiscono in alcun modo il colloquio con il tuo medico di fiducia.

Prof. Giuseppe Riva

Direttore Laboratorio sperimentale ricerche Tecnologiche Applicate alla Neuropsicologia

LO STRESS DA VIDEOCONFERENZE

L’emergenza Covid e i provvedimenti restrittivi emanati durante la pandemia hanno costretto molte aziende a operare una rivoluzione digitale, facendo ricorso allo smart working come strumento di lavoro da remoto, con l’obiettivo di non interrompere la propria attività e cercando ridurre al minimo i rischi e le possibilità di contagio tra le persone.

Tra gli elementi di stress rilevati vi è sicuramente la modalità di interazione a distanza: le riunioni online, gli eventi da remoto e il lavoro da pc hanno portato gran parte dei lavoratori a trascorrere molte ore di fronte a uno schermo, con un conseguente aumento dei casi di video call fatigue: tradotta letteralmente "fatica da videoconferenza", la video call fatigue è lo stress conseguente alle ore passate lavorando a video da remoto, che produce in chi la vive una vera e propria sensazione di fatica e di disagio.

Ma lavorare da casa è davvero rilassante come prima della pandemia da Covid-19 avremmo potuto pensare? Lo abbiamo chiesto al prof. Giuseppe RivaDirettore del Laboratorio Sperimentale Ricerche Tecnologiche applicate alla Psicologia e docente di Psicologia delle nuove tecnologie dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

LA TECNOLOGIA È DAVVERO UN AIUTO?

Se la tecnologia non funziona in maniera ottimale può essere parte del problema: problemi causati dalla connessione della webcam, da una linea instabile o da un computer non più nuovo, possono essere fonte di stress per chi utilizza questi strumenti tutti i giorni per la propria attività lavorativa.

Questi problemi possono accentuarsi ulteriormente quando a dover " lavorare" da casa sono tutti i membri della famiglia: la sovrapposizione di routine differenti (didattica a distanza e smartworking) e l'uso comune di spazi di ambienti domestici limitati, può essere causa di un ulteriore innalzamento del livello di stress.

VIDEOCONFERENZA E RIUNIONE: QUALI SONO LE DIFFERENZE?

Le differenze dal punto di vista neurologico-cognitivo sono diverse: innanzitutto durante le riunioni in presenza esistono dei meccanismi di sintonizzazione con gli altri membri che passano attraverso i neuroni specchio, che si attivano quando vediamo una persona agire, attraverso una dimensione di tipo motorio. Nel momento in cui si utilizza il sistema virtuale di conferenza, in cui viene visualizzato solo il volto, si perde questa dimensione.

La sintonizzazione è alla base del riconoscimento delle emozioni, è intuitiva, permette a chi ascolta di cogliere ciò che l’altro prova. La dimensione non verbale della comunicazione viene persa lavorando da remoto, non consentendo agli interlocutori di capirsi semplicemente guardandosi, ma costringendoli a sforzare la propria componente razionale per fare in modo di cogliere ciò che l’altro sta provando o facendo.

Una serie di studi hanno dimostrato che quando ci troviamo nella stessa stanza con altre persone, le nostre onde celebrali si sintonizzano, facilitando l’attività creativa e di leadership. Questo tipo di processo purtroppo non avviene nelle video call, che invece possono essere lo strumento giusto per la condivisione di compiti operativi o informazioni.

MEGLIO CHIAMARE O VIDEOCHIAMARE?

Dipende. Il vantaggio delle telefonate è questo: non vedendo sé stessi, si evita il problema della dispersione delle risorse cognitive date dal faccia a faccia.

Vedendosi a video, infatti, è come se una parte del controllo vada a monitorare sé stessi nella videochat, cosa che non avverrebbe altrimenti. Quindi consiglio a chi deve svolgere un compito complesso di preferire una telefonata, quando invece si ha necessità della dimensione emotiva degli altri, di preferire la videochiamata.

COME RIDURRE LO STRESS DA VIDEOCONFERENZA?

Gli incontri dal vivo e i meeting sono importanti per la loro chiave relazionale: permettono di fare team building, di sintonizzare tra loro le persone.

Durante questa fase di pandemia da Covid-19, però, in cui è fondamentale il distanziamento sociale, non possiamo di certo pensare di effettuare da remoto tutte le riunioni che prima facevamo faccia a faccia, anche perchè ciò non sarebbe utile per accrescere la conoscenza reciproca e aumentare la nostra produttività. Come fare, quindi?

Innanzitutto è utile ridurre le video conferenze per quanto riguarda la propria sfera personale, che esula dal mondo lavorativo.

In secondo luogo è importante preferire quei sistemi impostati per farci vedere solamente gli interlocutori e non il nostro volto, in modo da evitare che durante la videochiamata la nostra attenzione si focalizzi sulla necessità implicita di controllare la nostra stessa espressione.

Nelle videoconferenze, inoltre, è importante cercare di comunicare anche per iscritto, sfruttando lo strumento della chat. In questo modo è possibile fissare i concetti, condividere rapidamente materiali e consentire anche a chi si fosse momentaneamente disconnesso, di leggere la sintesi della conversazione senza perdere il filo. Spesso nelle riunioni vi è chi verbalizza. Farlo “live” migliorerebbe la riuscita della riunione stessa.