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I rischi invisibili dei social network per i nostri bambini

Pubblicato il 04/02/2021 - Aggiornato il 22/12/2022

Prof. Giuseppe Riva

Direttore Laboratorio sperimentale ricerche Tecnologiche Applicate alla Neuropsicologia

Con la collaborazione di Letizia Palmisano, giornalista.

Bambini, social e smartphone. Un accostamento che purtroppo spesso finisce sulle prime pagine dei giornali, per fatti di cronaca.

Eppure i cellulari sono ormai onnipresenti nelle nostre case. Quali pericoli si nascondono dietro uno smartphone per un bambino?

Cosa possono e devono fare i genitori per tutelare i propri figli?

Lo abbiamo chiesto al Prof. Giuseppe Riva, Direttore del Laboratorio Sperimentale Ricerche Tecnologiche applicate alla Psicologia e docente di Psicologia delle nuove tecnologie dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

PROF. RIVA, CICLICAMENTE SENTIAMO RIPETERE DAI MEDIA DI SITUAZIONI DI PERICOLO IN CUI SONO INCORSI BAMBINI, A CAUSA DEI SOCIAL NETWORK. PERCHÉ POSSONO ESSERE UN RISCHIO?

Dare l’accesso a un social network a un bambino, senza adeguata formazione, è portarlo in una città nuova e farlo orientare da solo per tornare a casa.

Il 99% ci arriverà, anche se con percorso lungo e complesso.

L’1% può avere problemi, non riuscire a ritrovare la strada e a tornare sano e salvo. Questo è il caso, purtroppo, delle storie che finiscono sui giornali. 

QUALI SONO LE INSIDIE LEGATE AI SOCIAL PER I BAMBINI?

Le insidie sono legate a 2 fattori.

  1. Il primo è che i social aprono al bambino un mondo relazionale che il genitore riesce a controllare con difficoltà. Da genitore so bene che un obiettivo delle famiglie è quello di evitare che i propri figli non frequentino cattive compagnie. Quando si tratta degli amici che frequentano, a scuola come fuori, il controllo fisico per un adulto è più semplice.
    Le cose sono molto diverse, invece, nel mondo digitale. Attraverso i social, i bambini possono aprire una serie di relazioni che si rivelano stimolanti per il giovane, ma che il genitore può del tutto ignorare o avere difficoltà a controllare. 
     
  2. Il secondo fattore che è fondamentale sottolineare riguarda il confronto sociale. Solitamente tale fase si manifesta nell’adolescenza, dai 15 anni in su, quando i ragazzi hanno una certa maturità e anche strumenti interiori per affrontarlo.
    Con i social invece il confronto sociale, la continua comparazione con gli altri per capire chi si è e che cosa si vuole, avviene troppo presto. I bambini pubblicano un video, una foto, iniziano a controllare in continuazione sul social quanti like hanno avuto, se sono più o meno popolari dei compagni. Tutto questo può generare ansia, depressione, fino a spingere a compiere atti estremi per cercare di avere “più like”. 

Avere in mano questi strumenti porta anche a compiere gesti con leggerezza, gesti che potranno avere gravi conseguenze sugli altri e anche su se stessi.

Pensiamo alle foto “rubate” in pose non ottimali di compagni di classe o di insegnanti.

Si può arrivare, purtroppo facilmente, a forme di bullismo digitale

Anche dove il giovane poi si dovesse pentire del proprio gesto, potrà continuare a pagarne le conseguenze a lungo. Anche se cancellasse, ad esempio, la foto, il fatto di averla già inviata agli altri renderà difficilmente bloccabile il processo di ricondivisione da parte di altri.

IN ITALIA LA LEGGE STABILISCE UN LIMITE A 14 ANNI. MA SPESSO I BAMBINI HANNO COMUNQUE L’ACCESSO, PROPRIO GRAZIE AI GENITORI. COSA NE PENSA?

Al momento, in Italia, sotto i 13 anni nessun minore dovrebbe potersi iscrive ai social network. Mentre tra i 13 e i 14 anni può farlo, ma serve l’autorizzazione dei genitori.

Tuttavia, al di là di quelle che siano le previsioni di legge, molti giovanissimi si iscrivono ai social semplicemente inserendo una data di nascita falsa. Quando ciò avviene con la complicità dei genitori è ancora più preoccupante.

I giovanissimi ottengono uno smartphone già quando sono alla scuola primaria

Statisticamente ciò avviene con la prima comunione, occasione in cui si regala ai bambini un cellulare. A quel punto accade spesso che alcuni compagni della stessa età, invitino l’amico ad entrare sui social. 

Inizia quindi una pressione sociale da parte dei coetanei. Il genitore, di fronte al figlio che manifesta la propria frustrazione in quanto si sente tagliato fuori, finisce per accettare che il figlio menta sulla propria data di nascita. 

Se è il genitore a dire al figlio che può barare, il bambino potrebbe sentirsi legittimato a farlo anche in altre situazioni, a falsificare altri dati della propria identità, potendo arrivare anche a compiere comportamenti sanzionabili. 

Inoltre di solito nessuno spiega al bambino come utilizzare questo strumento, quali siano le regole da rispettare. Gli stessi genitori spesso non hanno le competenze per fissare questi paletti e per dare ai figli le giuste informazioni che non vengono fornite nemmeno a scuola.

Un bambino di 10 anni si può quindi trovare in mano uno smartphone, con l’accesso ai social, senza avere le necessarie competenze digitali.

UN PO’ COME ANDARE IN MOTORINO SENZA PATENTE?

Esattamente!

Fino ad alcuni anni fa, un quattordicenne poteva guidare un motorino senza casco e senza patente. C’è voluto del tempo e anche, purtroppo, un gran numero di incidenti, prima che delle misure di sicurezza venissero adottate e fosse richiesta obbligatoriamente una patente.

Allo stesso modo la provocazione che lancio è quella di un patentino digitale, rilasciato da persone competenti che sappiano guidare e mettere in guardia. Non puoi entrare nel mondo digitale così giovane senza avere le conoscenze adatte per farti strada sul web. 

NEL FRATTEMPO UN GENITORE COSA DOVREBBE FARE?

In primis l’adulto dovrebbe informarsi. Scoprire a quali problemi possa andare incontro un bambino di 10-13 anni ma anche capire come funzionano questi sistemi e community in cui il figlio passerà del tempo.

Vanno poi poste delle regole chiare. Sul mio sito Natividigitali.com ho messo a disposizione gratuitamente dei contratti che i genitori possono sottoporre ai figli per stabilire le regole di utilizzo dello smartphone e dei social network. 

LEGGI ANCHE: SOVRAESPOSIZIONE DEI BAMBINI AGLI SCHERMI DI TABLET E SMARTPHONE


LABORATORIO SPERIMENTALE RICERCHE TECNOLOGICHE APPLICATE ALLA PSICOLOGIA DI AUXOLOGICO

Il Laboratorio si concentra sullo studio delle nuove tecnologie e su come queste possano essere applicate con efficacia per migliorare la qualità della valutazione e della riabilitazione psicologica e neuropsicologica. Il Laboratorio si caratterizza per la sua attività pionieristica nella cyberterapia, una disciplina che integra le innovazioni provenienti dalla ricerca sui dispositivi tecnologici alle ricerche sulla psicologia clinica e sulle neuroscienze.


Psicologia Clinica e Psicoterapia in Auxologico

In Auxologico troverai un team di professionisti specializzati nella salute mentale per una risposta completa e mirata per problematiche di adulti, bambini, adolescenti, anziani e caregiver.

L’équipe multidisciplinare opera attraverso diversi setting terapeutici:

  • colloqui Psicologia Online, che puoi prenotare sul sito scegliendo lo specialista
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  • sedute psicologiche e psicoterapeutiche in presenza in ambulatorio
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Il Servizio di Psicologia Clinica e Psicoterapia, a direzione universitaria grazie alla collaborazione con la Facoltà di Psicologia e la Scuola di Specializzazione in Psicologia Clinica dell’Università Cattolica, si caratterizza per l’elevata professionalità degli psicologi, psicoterapeuti e psichiatri coinvolti, diretti e coordinati da Gianluca Castelnuovo, Professore Ordinario di Psicologia Clinica alla Facoltà di Psicologia dell’Università Cattolica di Milano e Direttore della Scuola di Specializzazione in Psicologia Clinica della stessa università, di cui Auxologico è sede di insegnamento.

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