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Immunità di gregge e Covid-19

Pubblicato il 20/04/2020 - Aggiornato il 21/01/2021

Prof. Franco Capsoni

Direttore U.O. Immunologia, Allergologia e Reumatologia - Auxologico San Luca

COS’È L'IMMUNITÀ DI GREGGE?

L’effetto diretto di una vaccinazione è la protezione del soggetto vaccinato nei confronti dell’agente infettivo e di possibili complicanze post-infettive.

Tuttavia, le vaccinazioni, quando estese a una popolazione, comportano anche un effetto protettivo sui soggetti non vaccinati; questo effetto “indiretto” è noto come immunità di gregge o immunità di gruppo. Cioè, se la maggior parte dei soggetti di una comunità è immune nei confronti di un patogeno, questo non trova soggetti suscettibili e indirettamente vengono protetti anche i soggetti che per vari motivi (rifiuto, mancanza del vaccino, controindicazioni per patologie concomitanti ecc.)  non sono stati vaccinati.

QUANDO SI RAGGIUNGE?

Per ottenere questo risultato occorre che oltre il 90% della popolazione sia immune.

È UN’IPOTESI PERCORRIBILE PER IL CORONAVIRUS?

No. Anche se in teoria l’immunità di gregge può essere ottenuta spontaneamente lasciando che la maggior parte della popolazione si infetti, ciò è solitamente improponibile, e lo è in particolare nel caso di SARS-COV2.

Infatti, come abbiamo purtroppo imparato, questo percorso sarebbe gravato da un numero inaccettabile di decessi e da un numero altrettanto inaccettabile di persone che avrebbero necessità di ricovero in terapia intensiva o sub-intensiva facendo esplodere il nostro sistema sanitario pubblico e privato.

Si deve quindi ribadire che un’immunità di gregge efficace può essere ottenuta solo tramite un’adeguata campagna vaccinale che coinvolga il maggior numero di soggetti, quando possibile preceduta da una valutazione dell’immunità già acquisita per precedente infezione o esposizione all’agente patogeno.

Non va per altro dimenticato che, essendo SARS-COV2 un virus del tutto nuovo, non possiamo avere la certezza che l’immunità, comunque ottenuta, sia permanente, così come non possiamo ancora sapere se vi saranno mutazioni del virus o recidive di COVID-19 ad andamento stagionale.

E IL VACCINO?

Come ormai tutti sappiamo la disponibilità del vaccino (o meglio dei vaccini) per SARS-Cov2 è ora una realtà e tutti ci auguriamo una estesa adesione della popolazione alla campagna vaccinale. Infatti solo un’ampia adesione alla vaccinazione, almeno del 70% della popolazione, potrà realizzare concretamente l’immunità di gregge.

L’efficacia e la sicurezza dei vaccini sono garantite dagli organi predisposti per queste valutazioni (in Europa dalla European Medicines Agency, EMA) ciò che consente a tutti noi di affrontare la vaccinazione con tranquillità. Restano tuttavia aperti alcuni problemi ancora oggetto di discussione da parte del Comitato Tecnico Scientifico:

  • Necessità di vaccinare i soggetti con pregressa infezione e presenza di anticorpi antiSARS-Cov2;
  • Definizione della durata della protezione da parte del vaccino;
  • Efficacia del vaccino sulla prevenzione non solo della malattia COVID ma anche dell’infezione e della sua trasmissibilità.

Proprio questo ultimo aspetto deve suggerire un atteggiamento di estrema prudenza considerando il vaccino, soprattutto all’inizio della campagna vaccinale, non la risoluzione del problema ma l’inizio di un percorso che dovrà prevedere ancora il rispetto delle norme di sicurezza ben note quali l’uso delle mascherine e il distanziamento sociale.

E IN ATTESA DEL VACCINO PER TUTTI?

Dobbiamo ancora ribadire che l’isolamento e il distanziamento sociale restano l’unica possibilità attuale per la protezione delle persone e in particolare dei soggetti più fragili.

Solo così possiamo evitare danni maggiori in questo periodo di attesa di terapie e vaccini che l’intera comunità mondiale di ricercatori sta cercando di metterci a disposizione.

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Articolo del 20/04/2020, revisionato il 9/12/2020.