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Che cos'è la sierologia?

Pubblicato il 05/11/2020 - Aggiornato il 15/12/2023

Dott. Erminio Torresani

Direttore del Dipartimento di Medicina di Laboratorio - Auxologico

Direttore del Laboratorio di Analisi Cliniche - Auxologico Milano

Che cosa significa sierologia?

La Sierologia é un ambito della disciplina della Microbiologia che spazia trasversalmente nelle sue diverse branche: Batteriologia, Virologia, Micologia e Parassitologia.

Per quali indagini viene utilizzata?

Mentre gli approcci diagnostici diretti sono mirati alla ricerca e individuazione degli agenti infettivi (batteri, virus, funghi e parassiti) in vari materiali biologici con metodi microsopici, colturali, di biologia molecolare, spettrometria di massa e ricerca dell’antigene in vari modi, con le metodiche “sierologiche" si effettua una diagnosi indiretta e retrospettiva ricercando nel “siero” la presenza di anticorpi prodotti in risposta allo stimolo generato dall’agente infettivo stesso.

Gli anticorpi vengono prodotti dal sistema immunitario e compaiono nel sangue con una latenza media di 10-15 giorni dal momento dell’infezione.

La diagnosi sierologica è applicata quindi alla ricerca di anticorpi verso responsabili di malattie batteriche (Pertosse, Sifilide, Tifo e Salmonellosi, Brucellosi, ecc. ), virali (AIDS, Epatiti, Rosolia, Mononucleosi, Herpes, COVID-19, ecc.), da funghi (Aspergillosi, ecc.) e da parassiti (Toxoplasmosi, Malaria, ecc.).

La loro presenza, rilevata in un test sierologico, significa che c’é stata quella specifica infezione ed il soggetto, in questo caso, può essere definito “sieropositivo”.

Lo studio e la ricerca delle diverse classi anticorpali (prevalentemente IgM, IgA ed IgG) e della loro cinetica permette generalmente di datare il momento dell’infezione: le IgA e le IgM compaiono velocemente e tendono a scomparire abbastanza precocemente mentre le IgG compaiono pochi giorni dopo e rimangono rappresentando il “ricordo” e spesso il marcatore di immunità.

Come si svolge?

Le tecniche utilizzate per cercare e quantificare la presenza di anticorpi sono di fatto basato sull’impiego dell’antigene specifico nei confronti del quale si vogliono cercare.

All’antigene, posto con diverse modalità in una provetta, un pozzetto, un vetrino, viene aggiunto il siero del paziente e se, fra i vari anticorpi presenti ci sono anche quelli ricercati, questi si legano allo specifico antigene in una cosiddetta reazione Antigene-Anticorpo.

L’avvenuta reazione viene evidenziata, e in molti casi anche quantificata, con diversi sistemi rivelatori quali:

  • Agglutinazione (AG);
  • Emoagglutinazione (IHE); 
  • Fissazione del Complemento (FC); 
  • Precipitazione (P);  
  • Radioimmunologiche (RIA);
  • Immunofluorescenza (IF); 
  • Immunoenzimatiche (EIA, ELISA); 
  • Chemiluminescenza (CLIA, ECLIA, ecc. ).

Rispetto alle prime metodiche allestite anni fa dove la lettura del risultato era spesso visiva e manuale, oggi la loro esecuzione avviene su moderne apparecchiature a tutto vantaggio della velocità di esecuzione, della tracciabilità dei dati e della oggettività della lettura e del risultato.

TEST SIEROLOGICI: COME SI LEGGONO I RISULTATI?